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News novembre 2009

Un confronto interreligioso sulla bioetica

da L’Osservatore Romano,  12 novembre 2009

Un confronto interreligioso sulla bioetica

Conferenza in Grecia promossa dal World Council of Churches

di Alessandro Trentin

Promuovere il dialogo e il confronto tra le comunità ecclesiali nell’ambito delle questioni di bioetica:  è questo l’obiettivo di una conferenza interreligiosa in corso di svolgimento in Grecia, promossa dal World Council of Churches (Wcc) (o Consiglio ecumenico delle Chiese-Cec) in collaborazione con l’Accademia di Volos sugli studi teologici. All’incontro sul tema:  “La ricerca sulle cellule staminali al servizio della vita umana? Riflessioni etiche e teologiche”, prendono parte una quarantina tra teologi, studiosi di etica, medici e ricercatori cristiani, ebrei e musulmani, provenienti da varie nazioni. Si tratta di persone che in vari modi sono coinvolte nel campo della genetica umana nei loro Paesi e che hanno modo di confrontarsi in merito ai progressi relativi alla ricerca e alle implicazioni sul rispetto della dignità umana.

Molta attenzione è stata data alla voce dei giovani, otto dei quali sono presenti all’incontro, al fine di assicurare una riflessione che coinvolga il più ampio ventaglio di opinioni sulla materia. “Nonostante i dibattiti sui molteplici aspetti morali – osserva il responsabile del gruppo per le biotecnologie del Canadian Council of Churches, James J. Rusthoven – e gli spettacolari progressi scientifici nella creazione di alternative alle cellule staminali embrionali come risorsa per nuove terapie, persistono formidabili implicazioni etiche in materia”.

L’intento è dunque quello di rafforzare le capacità propositive delle comunità ecclesiali e di rispondere alle molte questioni etiche sollevate dall’utilizzo delle più moderne tecnologie messe a disposizione dalla ricerca scientifica nel campo biomedico, i cui sviluppi, particolarmente marcati negli ultimi trent’anni, pongono nuove sfide e dilemmi all’attenzione delle coscienze. “I risultati della conferenza – spiega a “L’Osservatore Romano” l’ortodosso Vasileios Kalliakmanis, docente presso il dipartimento di teologia della Aristotle University di Thessaloniki, – contribuiranno non soltanto a comprendere le nuove sfide scientifiche, ma anche l’utilizzo di un linguaggio teologico moderato che consenta una prospettiva più ampia e una più accurata informazione”. “La scoperta del potenziale delle cellule staminali – aggiunge – ha aperto nuovi orizzonti nella ricerca e ha suscitato grandi aspettative per la cura di gravi malattie. Ma, allo stesso tempo, ha creato nuovi dilemmi morali che devono essere trattati con cautela. Nelle cellule staminali vi è il potenziale nascosto degli esseri umani e la ricerca sulle cellule staminali ha rivelato che questo potenziale non riguarda soltanto lo sviluppo dell’embrione in organismo maturo, ma anche la capacità di differenziarsi in diversi tipi di cellule specializzate e di tessuti embrionali specializzati”. “L’umanità – sottolinea il docente – non ha soltanto un potenziale biologico ma anche spirituale. La Chiesa è interessata a ogni aspetto della vita umana. Essa mira a mantenere l’integrità dell’identità umana di fronte alla decadenza e alla morte. In questo ambito, la Chiesa ortodossa rispetta la scienza medica e la ricerca, così come coloro che sono impegnati in questo lavoro, a patto che comprendano i limiti della scienza e non cerchino una qualche forma di immortalità terrena”.

L’iniziativa fa parte di un programma dal titolo “Fede, scienza, tecnologia ed etica” che ha preso le mosse da una conferenza, tenutasi nel 1979, presso il Massachusetts Institute of Tecnology (Mit) di Cambridge, negli Stati Uniti, promossa dall’ufficio Church and Society del Wcc. La conferenza ha dato impulso all’impegno teologico per fornire un indirizzo definito alle questioni di bioetica.

All’incontro in Grecia sono tre le principali linee guida sulle quali sono chiamati a riflettere i partecipanti:  capire la scienza, discernere i temi etici e dare risposte teologiche. In primo luogo, si ricorda, la ricerca sulle cellule staminali comporta tecniche scientifiche complesse. Per questo, gli scienziati e i ricercatori esporranno i progressi raggiunti e le preoccupazioni etiche che possono associarsi con la ricerca sulle cellule staminali. La comprensione delle scienze di base, inoltre, aiuterà i teologi e coloro che si occupano di etica ad avere una percezione reale dei progressi, soprattutto a riguardo delle possibili applicazioni future. In secondo luogo, i teologi e coloro che si occupano di etica potranno identificare ulteriori  questioni  rilevanti  in  aggiunta a quelle già avanzate e che preoccupano gli scienziati che lavorano sul campo.

Infine, i teologi sono chiamati a esprimersi e ad avanzare suggerimenti e avvertimenti nei riguardi dei problemi legati alla ricerca scientifica e alle sue applicazioni. Come cristiani in particolare, si osserva, l’indirizzo teologico e la comprensione del tema sono importanti per formulare risposte pratiche.

Le varie riflessioni saranno raccolte poi in un testo che sarà pubblicato successivamente alla conferenza. Il materiale sarà distribuito nelle varie comunità ecclesiali e costituirà il riferimento per favorire altre consultazioni a livello globale. Inoltre, a partire dal 2010, sarà in funzione uno spazio telematico di discussione sui temi etici (blog), rivolto soprattutto ai giovani:  si tratta, è spiegato, di un luogo di condivisione delle informazioni e un mezzo per promuovere una rete a livello mondiale per affrontare le grandi sfide dei tempi odierni.

La ricerca sulle cellule staminali è stata, peraltro, uno degli argomenti al centro dell’incontro, svoltosi a ottobre, a Creta, dei membri della Commissione Fede e Costituzione del Wcc. Il medesimo tema era poi stato sviluppato anche nell’ambito di un’altra conferenza sulle biotecnologie, tenutasi nel 2007, in Sud Africa, organizzata dal Canadian Council of Churches e dal National Council of the Churches of Christ (Stati Uniti) insieme con il Wcc. Nell’occasione, venne sottolineato che “gli insegnamenti  delle  comunità  ecclesiali  devono essere ulteriormente sviluppati per rispondere  alle  sfide  delle  biotecnologie e al loro impatto sulla vita delle persone. Dove la dignità è violata, le comunità sono costrette a parlare e ad agire”.

© L’Osservatore Romano

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