Come ha evidenziato il Cardinale Zenon Grocholewski, a determinare la riforma sono state “da una parte, la debolezza della formazione filosofica in molte istituzioni ecclesiastiche, con l’assenza di precisi punti di riferimento, soprattutto riguardo alle materie da insegnare e la qualità dei docenti”, e dall’altra, la contemporanea “crisi degli studi filosofici in genere in un’epoca in cui la ragione stessa è minacciata dall’utilitarismo, dallo scetticismo, dal relativismo, dalla sfiducia della ragione di conoscere la verità riguardo ai problemi fondamentali della vita, dall’abbandono della metafisica”, al punto che a volte lo stesso “concetto della filosofia non appare chiaro”.
In un mondo in cui “i diversi rami della scienza e della tecnica si sono sviluppati in modo impressionante”, è necessario considerare che “oggi, più che mai, le scienze hanno bisogno di saggezza”, e che “la nostra epoca ha bisogno della filosofia di cui Giovanni Paolo II diceva che essa «contribuisce direttamente a porre la domanda circa il senso della vita e ad abbozzarne la risposta», e quindi «si configura come uno dei compiti più nobili dell’umanità»”.
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