Lo studio, realizzato dalla ricercatrice Marzia Boi, si allinea con le scoperte del grande criminologo svizzero Max Frei, e alle, ricerche di Avinoam Danin e Ari Baruch, professori presso l’Università di Gerusalemme; differisce però parzialmente dai risultati dei due scienziati israeliani per una diversa identificazione di alcuni pollini, in particolare ad esempio per la Gundelia Tourneforti, che invece la Boi avrebbe identificato “come un’Asteracea di nome Helichrysum”, mentre l’Anemone potrebbe invece essere Pistacia.
Anche in questo caso la scienziata ha rilevato come sia dimostrabile la collocazione della Sindone in una precisa area, spiegando che “i pollini del Sacro Lino, che fino ad ora sono stati messi in relazione con l’origine geografica della reliquia, rivelano inoltre gli oli e gli unguenti applicati sia al cadavere che alla tela” tipici delle sepolture funebri della zona.
La studiosa, che svolge la propria attività di ricerca presso l’Università delle Baleari, ne ha parlato nel congresso internazionale e interdisciplinare sul Sacro Telo svoltosi dal 28 al 30 aprile a Valencia, in Spagna (cfr. SRM).
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