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Il Santo Padre: “niente cellulari, la Messa non è uno spettacolo”

Papa Francesco

Papa FrancescoPapa Francesco ha iniziato ieri 8 novembre 2017, una nuova serie di catechesi, dedicata all’Eucaristia, “fondamentale” per i cristiani, per “comprendere bene il valore e il significato della Santa Messa, per vivere sempre più pienamente” la propria fede e il proprio “rapporto con Dio”. Ma l’eucaristia è qualcosa di più, ha affermato il Pontefice nella Santa Messa per l’udienza generale del mercoledì: “è un avvenimento meraviglioso nel quale Gesù Cristo, nostra vita”, ragione della nostra fede, “si fa presente”.

Partecipare alla celebrazione eucaristica, ha spiegato il Santo Padre, citando una sua precedente omelia nella Casa di Santa Marta, 10 febbraio 2014, “è vivere un’altra volta la passione e la morte redentrice del Signore. È una teofania: il Signore si fa presente sull’altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo”. Sarebbe quindi naturale celebrare Dio, la sua presenza nell’Eucaristia, ma spesso i fedeli, si è rammaricato Papa Francesco, non vanno a Messa, o se ci vanno sono distratti. E trovano la Messa, o i sacerdoti che la celebrano, noiosi.

Per il Pontefice questo è un paradosso, perché nella celebrazione eucaristica possiamo non solo testimoniare la nostra fede: possiamo incontrare Dio, che è più importante di qualsiasi altra persona che potremmo o vorremmo conoscere. E la noia, la distrazione, si manifestano anche in altri modi. Ad esempio nel modo impreciso in cui “i bambini si fanno il segno della croce”, senza che gli venga insegnato correttamente e ricordato, quando necessario, dai genitori.

Oppure quando non si riflette sulle Letture della celebrazione, e sul loro significato profondo, e sulla ragione per cui, ad esempio, “si leggono la domenica tre Letture e gli altri giorni due”. O ancora, quando in alcune chiese la Messa diventa una sorta di strano e improprio spettacolo “perché a un certo punto il sacerdote che presiede la celebrazione dice: «in alto i nostri cuori», e i fedeli è come se capissero «in alto i nostri telefonini per fare la fotografia».

Questa, ha dichiarato Papa Francesco, “è una cosa brutta”, una pessima abitudine che, ha spiegato “a me dà tanta tristezza quando celebro qui in Piazza o in Basilica e vedo tanti telefonini alzati, non solo dei fedeli, anche di alcuni preti e anche vescovi. Ma per favore! – ha affermato – La Messa non è uno spettacolo: è andare ad incontrare la passione e la risurrezione del Signore. Per questo il sacerdote dice: «In alto i nostri cuori». Cosa vuol dire questo? Ricordatevi: niente telefonini”.

Per il Santo Padre “è molto importante tornare alle fondamenta, riscoprire ciò che è l’essenziale, attraverso quello che si tocca e si vede nella celebrazione dei Sacramenti”. Imitando “la domanda dell’apostolo san Tommaso (cfr Gv 20, 25), di poter vedere e toccare le ferite dei chiodi nel corpo di Gesù” ovvero sentendo e esprimendo il desiderio di potere in qualche modo toccare Dio per credergli”. Desiderio che non è incredulità, ma dimostra la propria fede e il proprio amore per Dio.

“Ciò che San Tommaso – ha continuato il Pontefice – chiede al Signore è quello di cui noi tutti abbiamo bisogno: vederlo, toccarlo per poterlo riconoscere. I Sacramenti vengono incontro a questa esigenza umana. I Sacramenti, e la celebrazione eucaristica in modo particolare, sono i segni dell’amore di Dio, le vie privilegiate per incontrarci con Lui”.

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