Scienza, fede, ragione, informazione. Direttore Paolo Centofanti

News 2018, News aprile 2018

John Harrison, inventore e grande orologiaio

ritratto di John Harrison, opera di Philippe Joseph Tassaert

Ad Harrison si deve soprattutto l’invenzione del cronometro marino, per individuare con precisione la longitudine in mare

Lo strumento sviluppato da Harrison, un cronometro marino, a partire dal diciottesimo secolo ha consentito a comandanti e marinai di navigare in modo più preciso, efficiente e sicuro negli oceani di tutto il mondo. Individuando la longitudine con una precisione precedentemente impensabile. In questo modo l’orologiaio britannico, superando un problema che fino ad allora sembrava irrisolvibile, ha potentemente contribuito a sviluppare la navigazione. Per celebrarne l’importanza Google gli ha dedicato oggi, nell’anniversario della nascita, il proprio Doodle, sulla propria home page.

Nato a Foulby, nello Yorkshire, il 3 Aprile del 1693, John Harrison si era appassionato all’orologeria fin da giovane, durante i suoi anni di studi. L’aveva poi approfondita da autodidatta, studiandola su alcuni testi e sperimentando, fino a costruire il suo primo orologio all’età di venti anni. Nel tempo divenne un provetto orologiaio e inventore, continuando così professionalmente da adulto la sua opera di giovane sperimentatore. Nel 1761, all’età di 68 anni, realizzò la sua più importante invenzione: il suo cronometro marino, poi denominato come orologio Harrison 1 o H1. Dopo di questo realizzò altri quattro cronometri, con lo stesso tipo di denominazione.

Per realizzare l’Harrison 5, o H5, ebbe anche l’aiuto del figlio William. Morì a Londra il 24 marzo del 1776, e venne sepolto nel cimitero di Hampstead. I suoi orologi sono attualmente esposti al National Maritime Museum di Greenwich. Un altro suo orologio famoso, oggi ancora funzionante, è quello realizzato nel 1722 con ingranaggi di legno per Sir Charles Pelham. Immagini: in alto, Google Doodle; nel testo, ritratto di John Harrison, opera di Philippe Joseph Tassaert, fonte Wikipedia.

Lascia una risposta