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Etica e economia: un equilibrio possibile, come tra scienza e fede

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La falsa dicotomia tra economia e etica, simile a quella tra scienza e fede, per Papa Francesco ha favorito una “cultura dello scarto”, che non considera la dignità dei più deboli

papa francescoIl Santo Padre ne ha parlato oggi, sabato 26 maggio 2018, nel discorso ai partecipanti alla Conferenza Internazionale della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice. Tema di questa edizione, Nuove politiche e nuovi stili di vita nell’era digitale. Quest’anno, ha ricordato Papa Francesco, ricorre il “25mo anniversario della costituzione della Fondazione da parte di San Giovanni Paolo II”. L’obiettivo della fondazione è divulgare la Dottrina sociale della Chiesa nel mondo economico e in ambiti sociali connessi. “Dopo un quarto di secolo – ha affermato il Pontefice – tale compito rimane più che mai necessario”. La ragione, ha spiegato è nella evoluzione delle “sfide sociali e finanziarie poste alla comunità internazionale”, che “sono diventate sempre più complesse e interconnesse”.

Papa Francesco ha spiegato anche che “le attuali difficoltà e crisi nel sistema economico hanno una innegabile dimensione etica”. Perché “sono legate a una mentalità di egoismo e di esclusione che ha generato nei fatti una cultura dello scarto, cieca rispetto alla dignità umana dei più vulnerabili”. La società attuale è globalizzata non solo dal punto di vista comunicativo e economico. Sta causando pure una “crescente globalizzazione dell’indifferenza davanti alle evidenti sfide morali che la famiglia umana è chiamata ad affrontare”. La scienza economica e lo sviluppo comunicativo, produttivo e sociale, non possono quindi fare a meno dell’etica.

Una società che ostacola troppo spesso lo sviluppo umano integrale

Il pensiero del Santo Padre si rivolge particolarmente “ai molteplici ostacoli allo sviluppo umano integrale di tanti nostri fratelli e sorelle”. Ostacoli crescenti “non solo nei Paesi materialmente più poveri ma sempre più anche in mezzo all’opulenza del mondo sviluppato”. Con “urgenti questioni etiche legate ai movimenti migratori mondiali”. Diventa così necessario continuare a “portare la luce del messaggio evangelico su queste pressanti esigenze umanitarie”. In questo la fondazione Centesimus Annus da un aiuto importante alla Chiesa, per “compiere questo aspetto essenziale della sua missione”. E per aiutarla a ricomporre, in equilibrio reciproco, scienza economica e religione.

“Troppo spesso – spiega infatti il Pontefice, “una tragica a falsa dicotomia – analoga all’artificiosa frattura tra scienza e fede – si è sviluppata tra la dottrina etica delle nostre tradizioni religiose e gli interessi pratici dell’attuale comunità degli affari”. In realtà profitto e autentica responsabilità sociale possono coesistere. Tra loro per il Santo Padre esiste “una naturale circolarità”. Così come esiste “un «nesso indissolubile […] fra un’etica rispettosa delle persone e del bene comune e la reale funzionalità di ogni sistema economico e finanziario» – Oeconomicae et pecuniariae quaestiones, 17 maggio 2018, 23 -“.

Come scienza e fede, economia, profitto e reale responsabilità sociale devono coesistere

Per Papa Francesco, “la dimensione etica dei rapporti sociali ed economici” non può però essere apparente, solo di facciata. E non può essere nemmeno “importata nella vita e nell’attività sociale dall’esterno”. Deve invece “emergere dall’interno”, essere connaturata alla stessa attività e scienza economica, esserne parte fondante. Per arrivare a tale obiettivo, sono quindi necessari il tempo, e il continuo “impegno di ogni persona e di ogni istituzione in seno alla società”. Il Santo Padre ha spiegato anche che l’argomento scelto per la conferenza, Nuove politiche e nuovi stili di vita nell’era digitale, implica una delle maggiori sfide sociali attuali.

Questa sfida al tempo stesso è una minaccia  verso i lavoratori e le famiglie, “a causa delle incerte opportunità di lavoro e dell’impatto della rivoluzione della cultura digitale”. In questi ambiti la Chiesa è quindi chiamata ad intervenire. E particolarmente importante diventa “la collaborazione ecumenica” di cui cui è importante prova la presenza alla conferenza del Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli. Presenza che diventa un “segno eloquente di tale comune responsabilità”. Papa Francesco ha parlato anche della necessità di “formare le coscienze dei leader in campo politico, sociale ed economico”. E ha incoraggiato tutti a collaborare per “costruire una cultura globale di giustizia economica, di uguaglianza e di inclusione”. Link discorso, sito Vaticano.

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