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Stampa 2018, Stampa novembre 2018

Neuroscienze: come i neonati studiano l’ambiente in cui si trovano

Dal momento della nascita, i neonati studiano l’ambiente in cui si trovano, ne recepiscono informazioni, e le elaborano per capire meglio anche gli oggetti che si trovano ad osservare o con cui interagiscono. Lo spiega uno studio realizzato da ricercatori che si occupano di neuroscienze, scienze psicologiche e scienze cognitive in diverse  istituzioni italiane e straniere. La ricerca è stata coordinata dalla professoressa Teresa Farroni, del dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’università di Padova.

Con il titolo Multisensory perception of looming and receding objects in human newborns, questo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Current Biology. I ricercatori hanno valutato come i neonati studiano ambiente e oggetti, per meglio adattarsi. Mostrando così una “precoce competenza multisensoriale”. Dalla quale si può ipotizzare che “i neonati con poche ore di vita non siano completamente naive rispetto al contesto audiovisivo che li circonda”.

Allo stesso tempo, appare dimostrato “che i neonati sono attivi fin da subito nell’elaborare gli stimoli ambientali. La professoressa Farroni ha infatti spiegato che i neonati sono “subito dei sofisticati elaboratori del mondo complesso e dinamico che li circonda”. Pubblichiamo integralmente nota ufficiale dell’università di Padova, con link anche all’articolo in cui è stato pubblicato lo studio.

Cosa si aspettano i neonati dagli oggetti che li circondano?

Fin dalle prime ore di vita integrano tutte le informazioni sensoriali in loro possesso. È stato pubblicato sulla rivista Current Biology lo studio del team internazionale di ricerca della Professoressa Teresa Farroni del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova dal titolo Multisensory perception of looming and receding objects in human newborns, in cui si dimostra come i neonati siano dei sofisticati elaboratori del mondo complesso e dinamico che li circonda.

Subito dopo la nascita, i neonati entrano in contatto con un mondo esterno, affollato di nuovi stimoli che li bombardano da diverse posizioni. Una delle prime sfide che i neonati devono affrontare è quella di imparare a riconoscere e integrare quelle informazioni che, attraverso canali sensoriali diversi, comunicano loro la presenza di oggetti in movimento nello spazio che li circonda. Percepire correttamente dunque degli oggetti che si muovono in direzione del proprio corpo, così, come in allontanamento è un aspetto di fondamentale importanza per l’adattamento all’ambiente. Ma qual è il processo di sviluppo di questa abilità così necessaria alla sopravvivenza?

Nello studio del team internazionale di ricerca della Professoressa Teresa Farroni è stato coinvolto un gruppo di neonati a cui sono stati presentati contemporaneamente due video: in questi ultimi si vedevano degli oggetti che si avvicinavano o si  allontanavano visivamente. Contemporaneamente, il neonato sentiva dei suoni che potevano simulare l’avvicinamento o l’allontanamento dell’oggetto stesso attraverso la variazione di intensità sonora.

Dei due video, tuttavia, solo in uno di essi il suono simulava la direzione congruente a uno dei due stimoli visivi. Sono stati misurati i tempi di fissazione per ognuno dei due stimoli visivi ed è stato dimostrato che i tempi di fissazione visiva alla nascita sono modulati dalla congruenza multisensoriale di informazioni visive e uditive che specificano il movimento degli oggetti li circondano. L’esistenza di questa precoce competenza multisensoriale suggerisce quindi che i neonati con poche ore di vita non siano completamente naïve rispetto al contesto audiovisivo che li circonda e sottolinea inoltre che i neonati sono attivi fin da subito nell’elaborare gli stimoli ambientali.

«Le ricerche che stiamo svolgendo nel nostro laboratorio – spiega Teresa Farroni – dimostrano non solo che a partire dalle prime ore di vita i neonati siano in grado di integrare le informazioni  sensoriali, ma che addirittura hanno delle “aspettative” su come gli oggetti si muovano intorno a loro. I neonati quindi sono da subito dei sofisticati elaboratori del mondo complesso e dinamico che li circonda.”

Autori: Giulia Orioli (Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova e School of Psychology, University of Birmingham), Andrew J. Bremner – School of Psychology, University of Birmingham – e Teresa Farroni – Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova e School of Psychology, University of Birmingham.

Link università di Padova. Link allo studio su Science Direct, Current Biology .

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