I satelliti Planck e Herschel (foto), lanciati dall’ESA il 14 maggio scorso (link SRM) hanno iniziato il proprio compito, analizzando l’universo e trasmettendone i dati alla base, alla ricerca delle origini del cosmo.
Di questa ricerca, e delle teorie sul possibile inizio dell’Universo e del tempo, alla luce della costante di Hubble (che in un universo in espansione permette di determinarne dimensioni ed età, grazie alla relazione tra la distanza di una galassia dalla Via Lattea e la sua velocità di allontanamento progressivo), ha parlato il Prof. Costantino Sigismondi, astrofisico e docente di storia dell’Astronomia all’Università La Sapienza, nel corso della sua conferenza del 19 maggio per il Master in Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
Molte le teorie, molte le ricerche, ma come siamo lontani dall’arrivare ad avere ipotesi conclusive, così, spiega Sigismondi, siamo spesso lontani dal definire un corretto equilibrio tra scienza e filosofia, e tra scienza e fede. Nonostante molteplici siano gli esempi, già dai secoli passati, di grandi scienziati credenti laici, come Galileo Galilei, o anche religiosi, come Gerberto D’Aurillac, monaco francese che divenne poi Papa Silvestro II, o Padre Giuseppe Mercalli, vulcanologo e sismologo.
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