Scienza, fede, ragione, informazione. Direttore Paolo Centofanti

Interviste SRM

La Sindone tra Scienza e Fede


Intervista a P. Gianfranco Berbenni, 29 febbraio 2008

Durante la Conferenza Internazionale “La Sindone tra Scienza e Fede”, organizzata lo scorso 29 febbraio dal Master in Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione con l’Istituto Veritatis Splendor di Bologna, abbiamo intervistato uno dei relatori, P. Gianfranco Berbenni.

Qual’è il significato teologico della Sindone ?

Il significato teologico della Sindone è nell’avere il corpo reale del Cristo avvolto nel telo; è quella che noi definiamo una reliquia, ma è una particolarissima reliquia, perché è l’unica che conserva traccia fisica del corpo di Gesù.

Lei è davanti all’ologramma, che è stato realizzato dal Dr. Soons e dal suo team, dell’Uomo della Sindone

Questa tecnologia è molto utile, non soltanto come lettura “ad effetto”, e di primo impatto tridimensionale, ma anche per gli scienziati, perché sono rese evidenti le volumetrie del corpo; chiaramente vanno poi indagate, analizzate, con l’aiuto di questo strumento, che mi sembra molto utile e interessante.

Nella Sindone qual’è il rapporto tra tecnologia e fede ?

La tecnologia è un umile e utile strumento per avere una base sempre più affidabile per ricostruire il processo, le torture, la crocifissione, e anche i cenni di risurrezione che si possono avere nella ematologia, cioè nella forma con la quale il sangue viene decalcato nella Sindone.
Per cui è davvero uno strumento privilegiato.

Alla luce anche delle recenti indiscrezioni sulle prossime dichiarazioni del Prof. Ramsey in una intervista alla BBC, cosa c’è di nuovo ?

Di nuovo qualcosa di banale, direi, ma provvidenziale. Banale nel senso che va perlomeno ripresa una nuova serie di indagini, sempre con il radiocarbonio 14, ma con gli aggiornamenti attuali di procedure e di tecnologie scientifiche.
Al tempo stesso, c’è la straordinarietà di riprendere questi risultati dopo vent’anni dal primo esame. E anche se può sembrare un “attentato” al metodo scientifico, attendere addirittura vent’anni per la seconda fase di indagini, se ha contribuito a calmare le acque tra i contrari e i favorevoli all’autenticità Sindonica, ben venga questo ventennio di attesa, e questo nuovo inizio delle ricerche al radiocarbonio.

Vede la possibilità di un nuovo “STURP” oggi ?

Sarebbe interessante costituire un nuovo STURP,  cercando di evitare alcuni  piccoli errori strutturali che ne possono indebolire la tenuta, specialmente nei percorsi scientifici pesanti o non previsti, però sarebbe certamente interessante riprendere le ricerche, eventualmente anche con giovani ricercatori degli Stati Uniti.

Paolo Centofanti

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