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News febbraio 2014

Staminali: nuove prospettive dai nanotubi al carbonio

Le cellule staminali, per essere coltivate, hanno bisogno di ambienti e substrati costituiti da tessuti umani, o animali, di cui tra l’altro utilizzano anche le proteine per poter crescere e proliferare.
Una necessità finora inevitabile, che porta però con sé numerosi problemi: nel caso dei tessuti animali, problemi di compatibilità con l’uomo; nel caso di quelli umani, il rischio ad esempio che alcune patologie del donatore del tessuto stesso, vengano trasmesse alle staminali durante la loro crescita, oltre che conseguentemente alla persona sui cui verranno impiantate.
Alcuni ricercatori dell’Università del Surrey, Gran Bretagna, hanno però dimostrato come tali limiti siano superabili, grazie alle attuali nanotecnologie: hanno infatti scoperto che utilizzando dei nanotubi al carbonio come substrati su cui coltivarle, e utilizzando le cellule staminali crescono altrettanto bene che in altri ambienti; uno sviluppo che può inoltre essere efficacemente controllato, e ulteriormente potenziato, utilizzando delle onde sonore.
Pubblicato sulla rivista Applied Materials and Interfaces, questo studio potenzialmente rivoluzionario è stato finanziato dallo Human Frontier Science Program e dalla Royal Society.
Uno degli studiosi, Alan Dalton, ha spiegato la innovatività di tale scoperta: “nonostante i nanotubi siano utilizzati nella biomedicina da molti anni, il loro utilizzo nella ricerca sulle cellule staminali finora non era stato tentato con successo”.
Pubblichiamo il link ad un articolo sul sito della University of Surrey: New Stem stem cells research removes reliance on human or animal cells

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