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News settembre 2014

NASA, un convegno per prepararsi a scoprire vita extraterrestre

ammassi stellari

Ammassi stellariEntro i prossimi venti anni avremo la prova di forme di vita non terrestre, prevede la NASA: ne troveremo di basilari, che potrebbero vivere anche in ambienti biologicamente e chimicamente molto ostili e totalmente diversi dal nostro; oppure potrebbero essere anche paragonabili, se non superiori, agli esseri umani. Le probabilità sono elevate, considerando pure che, ad oggi, i pianeti individuati al di fuori del sistema solare sono già più di 1400. Ma quali possono essere le conseguenze scientifiche, sociali e psicologiche di un tale incontro, e come possiamo essere preparati a gestirlo ? Se ne è parlato il 18 e il 19 settembre 2014 nel simposio Prepararsi alla scoperta. Un approccio razionale all’impatto della scoperta di complessi microbici, o di vita intelligente al di fuori della Terra – Preparing for discovery. A rational approach to the Impact of Finding Microbial Complex, or Intelligent Life Beyond Earth.

Promosso dalla NASA, l’agenzia spaziale statunitense, diretto da Steven J. Dick, titolare della cattedra in Astrobiologia della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, l’evento ha visto partecipare scienziati, filosofi, teologi e altri studiosi provenienti da diverse parti del mondo, per riflettere non solo sul significato e le conseguenze che la scoperta di vita extraterrestre avranno sulla nostra scienza, ma anche sul drastico cambiamento che porterà sulla nostra visione del mondo e di noi stessi, su quelle che sono le nostre origini e il senso stesso delle nostre esistenze. Sono intervenuti tra gli altri Eric J. Chaisson, astrofisico dell’università di Harvard; Margaret Race e Seth Shostak, rispettivamente scienziato e astronomo e del SETI Institute di Mountain View, California; il gesuita Guy Consolmagno, astronomo degli Osservatori Vaticani e esperto di meteoriti; Susan Schneider professore associato di filosofia all’università del Connecticut; Douglas Vakoch direttore dell’Interstellar Message Composition al SETI; Jennifer Wiseman, scienziato dell’Hubble Space Telescope, NASA Goddard.

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