Una delle opere minori del filosofo e teologo svizzero, ma fortemente paradigmatica del suo pensiero, in particolare sulla sua visione del rapporto tra religione e discipline filosofiche, è arrivata in Italia dal mese di giugno. “Un testo apparentemente minore – si legge infatti nella presentazione – ma in realtà depositario di una moderna epistemologia che si confronta lucidamente con il pensiero religioso nel tentativo di trovare una soluzione al problema classico di una possibile conciliazione, scientificamente dedotta, tra filosofia e religione”.
Nato 13 Dicembre del 1816 a Chancy, Svizzera, tra i più conosciuti intellettuali e filosofi della sua epoca, Jules Ernest Naville è stato anche un pastore evangelico. Le sue opere, tra cui alcuni testi sulla morale protestante, erano molto lette in Svizzera e in Europa, dove venivano regolarmente tradotte nel periodo tra la fine del diciannovesimo e i primi decenni del ventesimo secolo, per essere poi praticamente dimenticate, soprattutto nel nostro paese, dalla seconda metà del 1900.
Con questa versione italiane di La Filosofia e la Religione, c’è l’obiettivo di recuperare il pensiero del filosofo ginevrino, e riscoprirne la modernità e l’attualità, in particolare proprio per ciò che concerne il dialogo e l’equilibrio tra fede e ragione, tra scienza filosofica e religioni; un equilibrio che per Naville deriva anche dalla negazione della infallibilità dell’interpretazione del cosmo e della realtà che viviamo possono darci la filosofia, o la scienza moderna, o la stessa religione.
Tradotto e curato da Angela Arsena il volumetto, di 107 pagine, è stato pubblicato il 10 giugno del 2016 dalla casa editrice Stamen, nella Collana Litterae, ISBN 9788899871024. “Questo breve ma denso saggio” – si legge nella presentazione, “per la prima volta in traduzione italiana, costituisce un vero e proprio discours de la méthode, e può anche essere visto come una delle forme più limpide, nella riflessione contemporanea, di dichiarata ostilità verso qualsiasi prodotto del pensiero umano, anche e soprattutto di natura filosofica, che voglia ergersi come infallibile strada verso la verità”.
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