Capita spesso di sentire parlare del Sacro Telo, e di sentirlo considerare tra le reliquie ufficialmente riconosciute. A volte può essere un errore dovuto a inconsapevolezza della questione, o al confondere le parole icona e reliquia. Altre il voler comunque considerare, per fede o per altre ragioni, la Sindone come una reliquia, nonostante la Chiesa Cattolica non si sia ancora dichiarata in merito. E mentre la scienza spesso nega che la Sindone sia autentica, questione ugualmente ancora non dimostrata, anche l’informazione giornalistica a volte contribuisce alla potenziale confusione sul fenomeno.
Eppure la Chiesa Cattolica attualmente, e Papa Francesco, come la indicò anche Papa Benedetto XVI alcuni anni fa, la definiscono da anni come icona, non essendo del resto stato possibile ancora accertare la vera natura del Sacro Telo. Personalmente, come avevo scritto qualche tempo fa, ho avuto l’opportunità di interessarmi di questa icona, e del suo mistero, fin ai tempi del liceo. Ho approfondito la questione, come credente, come professionista di comunicazione e come giornalista, a partire dalla fine degli anni ottanta. E ho avuto la possibilità di studiarla maggiormente in questi ultimi dodici anni, anche grazie a percorsi formativo in ambiti universitari.
Studi e ricerca tra storia, scienza e fede, approfonditi anche grazie alle testimonianze di studiosi e esperti che, in vari settori disciplinari, hanno dedicato gran parte delle loro esistenze alla Sindone, e a cercare di svelarne il mistero irrisolto. Come ho già avuto modo di spiegare, personalmente, mi sono rafforzato nell’idea che sia sicuramente una icona affascinante che ci mostra il percorso di sofferenza dell’uomo percosso, flagellato, e crocefisso, fino a morire. Ho avuto maggiori informazioni: di tipo storico, anatomopatologico, botanico, chimico, da altre aree scientifiche. Ho visto anche i tentativi, andati a vuoto, di riprodurre la Sindone per dimostrarne la non autenticità.
Ad oggi però non ho avuto ragioni per discostarmi dalle posizioni ufficiali della Chiesa Cattolica, e del Magistero degli ultimi due Pontefici. La Sindone è una icona, non una reliquia, e tale per me resterà fino a all’eventualità in cui la Chiesa Cattolica cambiasse posizione. O alla Sindone fosse possibile attribuire un miracolo, il che cambierebbe naturalmente anche l’orientamento della Chiesa. Oppure la scienza ne dimostrasse in modo certo l’autenticità, dando alla religione modo e necessità di prendere una posizione definitiva.
Capisco che altri, per fede o per volontaria posizione culturale, possano considerarla una reliquia. Come capisco, e non posso fare diversamente per atteggiamento e correttezza professionale, coloro che la considerano un falso. La comprensione non mi impedisce però di criticare e distaccarmi sia dalle affermazioni apodittiche sulla sua autenticità, sia dai tentativi di dimostrarne la falsità, che non abbiano una valenza realistica, o realmente scientificità.
Riprendo queste spiegazioni sulla differenze tra icona e reliquia. L’icona è una immagine sacra, tipica della produzione artistica russa e bizantina. Può essere dipinta su un pannello di legno o su una lastra di metallo. Spesso ha anche delle decorazioni in oro, argento e pietre preziose. Si parla di icona anche in teoria della comunicazione, più specificamente in semiologia. L’icona è un “messaggio affidato all’immagine”, come possono essere anche un logo o un manifesto. La reliquia è invece realtà, sacra, differente. Nella tradizione cristiana, è una parte del corpo di una persona santa, o un oggetto, o una sua parte, che sia appartenuto, sia stato usato, o sia comunque connesso a tale persona.
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