Soprattutto senza falsi follower e fake news
Perché il non schieramento ideologico e pregiudizievole di questo giornale pensiamo sia ormai noto a tutti. In quello che può sembrare un paradosso, visto l’ambito in cui operiamo, i nostri partner – vedi pure questo articolo – e l’orientamento religioso delle maggior parte di coloro che vi collaborano. In realtà parlare di fede e scienza, e di come queste due differenti visioni dell’essere umano e dell’universo possano confrontarsi in equilibrio complementare, non vuol dire fare ideologia. Nè fare proselitismo o apostolato.
Anzi: vuol dire cercare di capire il mondo, e capire come la fede, la religione e la scienza possano non essere in contraddizione. E raccontarlo, ad esempio informando sugli sviluppi della scienza e della teologia. Oppure parlando di quando sono – o sembrano – in disaccordo tra loro. Evitando accuratamente fake news, o bufale, o false notizie, come si preferisca chiamarle. Perché diversamente non sarebbe giornalismo online, ma appunto propaganda sul web, o peggio disinformazione mirata.
Anzi noi preferiamo e vogliamo – tra i nostri obiettivi progettuali, editoriali e istituzionali – fare debunking. Ovvero individuiamo e sveliamo le eventuali bufale, attraverso una attività giornalistica e scientifica di studio e critica, che svolgiamo da 12 anni. O critichiamo – un debunking più soft perché la fake news non è necessariamente voluta – ad esempio allo stesso modo uno studio che per gli autori dimostrerebbe che la Sindone è falsa, oppure un altro che sostenga che è autentica, quando non ci sono in realtà sufficienti basi scientifiche.
Oppure non parliamo di miracoli, se studi scientifici e la Chiesa non li confermano come tali. Nè li neghiamo, se non vi è una spiegazione scientifica che possa smentirli. Con un atteggiamento costante di possibilismo: perché ciò che oggi è vero in base alle conoscenze scientifiche attuali, potrebbe non esserlo domani. E viceversa. La scienza è in evoluzione e sviluppo continui. Dobbiamo rispettare ciò, come dobbiamo rispettare chi la pensa diversamente da noi.
Fake news e falsi follower e like non servono, e possono anzi fare più danni più del falso traffico che portano
Le fake news non servono, se non – forse – a chi appunto voglia raggiungere obiettivi ideologici, o politici. E sono comunque un boomerang che torna a colpire chi lo aveva buttato via facendo finta di nulla. Come non servono – ma sarebbero stati molto utili, soprattutto in fase di start up – falsi follower e like social, e falsi profili che ci seguano sui social. E anche questi sono un boomerang. Perché il lettore che lo capisce, capisce pure come un giornale o un sito web stentino ad avere sufficienti lettori. Magari persino dopo anni di presenza online.
I livelli di visite sul web – confrontati in particolare con le analisi periodiche di Audiweb di grandi e famosi siti web e testate giornalistiche – mostrano invece come sia giusto definire questa linea e queste strategie editoriali. Noi però preferiamo parlare più semplicemente di onestà informativa e giornalistica. Pure per questo, grazie ai nostri lettori nel mese di giugno abbiamo ottenuto più di 240.000 visite mensili, per una media giornaliera di circa 8.000.
E nel mese di luglio oltre 210.000 visite mensili, con una media giornaliera quindi di oltre 7.000. E pure Fede e Ragione, altro giornale in start up, sembra arriverà tra qualche mese a livelli simili di visite e lettori. Però di questo, della genesi di Fede e Ragione e dei suoi obiettivi, parleremo più avanti. Paolo Centofanti, direttore SRM – FedeRagione. Immagine: cortesia NASA Hubble Telescope
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