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Neuroscienze: il ruolo della plasticità sinaptica nella memoria, nuovo studio su neuroni ippocampo

cervello

Scoperta una connessione chiave tra plasticità sinaptica e selettività spaziale nei neuroni del CA1 dell’ippocampo, essenziale per l’apprendimento e la memoria.

Un recente studio pubblicato su Nature il 18 dicembre 2024 getta luce sul legame tra la plasticità sinaptica e la selettività spaziale nei neuroni dell’ippocampo, un aspetto cruciale per la memoria episodica e l’apprendimento. Il team di ricercatori, guidato da Attila Losonczy, ha sviluppato un approccio innovativo per monitorare i cambiamenti sinaptici nei neuroni piramidali del CA1 durante la navigazione spaziale.

La ricerca si concentra sui campi di luogo (place fields), regioni di selettività spaziale nei neuroni del CA1 che rappresentano un modello ideale per studiare la base sinaptica della memoria. Nonostante decenni di studi, la comprensione di come la plasticità sinaptica influenzi la formazione di questi campi e la codifica della memoria è rimasta limitata, soprattutto per la mancanza di strumenti tecnici avanzati.

Un metodo all’avanguardia

I ricercatori hanno utilizzato una tecnica completamente ottica per osservare i cambiamenti nei pesi sinaptici delle spine dendritiche prima e dopo l’induzione di un campo di luogo. Questo metodo ha permesso di identificare un modello asimmetrico di plasticità sinaptica: i cambiamenti nei pesi sinaptici avvengono in modo bidirezionale attorno alla formazione del campo di luogo, con differenze specifiche tra dendriti basali e obliqui.

Implicazioni per la memoria episodica

Questi risultati forniscono prove sperimentali del ruolo della plasticità sinaptica nell’emergenza rapida della selettività spaziale nei neuroni dell’ippocampo, un passo essenziale per la formazione della memoria episodica. La scoperta potrebbe aprire nuove prospettive per la comprensione dei meccanismi alla base dell’apprendimento e del ricordo.

Lo studio rappresenta un passo significativo per le neuroscienze, evidenziando il potenziale di strumenti avanzati nel rivelare i segreti della memoria e offrendo spunti per future ricerche su patologie come l’Alzheimer, dove questi processi possono essere compromessi.

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