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Evoluzione : adattamento umano a condizioni desertiche estreme oltre un milione di anni fa

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Nuovo studio svela come i primi esseri umani abbiano affrontato climi estremi e ampliato il loro raggio d’azione geografico.

Un articolo pubblicato su Communications Earth and Environment rivela che Homo erectus, uno dei primi antenati umani, riuscì a sopravvivere in ambienti semi-desertici almeno 1,2 milioni di anni fa. La capacità di adattarsi a queste condizioni estreme potrebbe aver contribuito all’espansione geografica della specie in Africa e Eurasia.

I risultati suggeriscono che Homo erectus sviluppò strumenti specializzati e comportamenti adattativi, come il ritorno ripetuto a fiumi e stagni specifici per l’approvvigionamento di acqua dolce, permettendo così la sopravvivenza in un ambiente arido e ostile.

Nuove prospettive sull’adattabilità degli Ominini

Per lungo tempo, si è ritenuto che solo l’Homo sapiens fosse in grado di adattarsi a ecosistemi estremi come deserti o foreste pluviali. Tuttavia, lo studio condotto da Julio Mercader, Paul Durkin e colleghi sfida questa ipotesi, dimostrando che Homo erectus possedeva una capacità di adattamento superiore a quanto ipotizzato.

Il team ha raccolto dati archeologici, geologici e paleoclimatici presso il sito di Engaji Nanyori, situato nella famosa Gola di Oldupai, in Tanzania. L’area, nota per la sua importanza nello studio delle prime civiltà umane, presentava condizioni semi-desertiche persistenti tra 1,2 e 1 milione di anni fa.

Strategie di sopravvivenza e strumenti specializzati

Lo studio ha evidenziato il modo in cui l’Homo erectus affrontava il clima estremo:

  • Accesso all’acqua dolce: Le comunità tornavano ripetutamente a vivere vicino a fonti d’acqua come fiumi e stagni.
  • Strumenti avanzati: Venivano utilizzati strumenti in pietra, come raschiatoi e utensili dentellati (detti denticulati), che miglioravano l’efficienza della macellazione degli animali.

Questi strumenti rappresentano un progresso tecnologico significativo, mostrando come Homo erectus fosse capace di modificare il proprio comportamento in base alle necessità ambientali.

Una specie generalista

Gli autori concludono che l’Homo erectus potrebbe essere considerato una specie generalista, in grado di sopravvivere in una varietà di paesaggi, dagli ecosistemi semi-desertici ai boschi più densi. «Le nostre scoperte – spiegano gli autori – dimostrano che Homo erectus era capace di adattarsi a climi estremi molto prima di quanto si pensasse, contraddicendo l’idea che solo Homo sapiens potesse affrontare ecosistemi estremi.»

Questa scoperta suggerisce che l’adattabilità di Homo erectus fu un fattore cruciale nella sua diffusione geografica e sopravvivenza in un’ampia gamma di ambienti.

Implicazioni per lo studio dell’evoluzione umana

Lo studio non solo amplia la nostra comprensione delle capacità di Homo erectus, ma sottolinea anche l’importanza dell’adattabilità nella storia evolutiva dell’uomo. Gli autori propongono di estendere la ricerca a popolazioni più diversificate per ottenere una visione ancora più completa delle dinamiche evolutive dei primi ominini.

Fonte Communications Earth and Environment: Homo erectus adapted to steppe-desert climate extremes one million years ago.

DOI 10.1038/s43247-024-01919-1.

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