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L’Intelligenza Artificiale tra Scienza e Fede : il Messaggio di Papa Francesco al Vertice di Parigi

Papa Francesco 15 marzo 2017 2

Il Papa al Vertice di Parigi: L’intelligenza artificiale sia al servizio dell’uomo, non il contrario.

Il rapporto tra intelligenza artificiale (IA), scienza e fede è sempre più al centro del dibattito globale. Il recente Vertice per l’Azione sull’Intelligenza Artificiale, tenutosi a Parigi il 10-11 febbraio 2025, ha visto la partecipazione di esperti di diversi settori per discutere le implicazioni etiche e sociali della tecnologia. In questa occasione, Papa Francesco ha inviato un messaggio significativo al Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, sottolineando la necessità di un controllo umano significativo sui sistemi di IA.

La dignità umana e il controllo sull’IA

Già in occasione del G7 in Puglia, Papa Francesco aveva avvertito dell’urgenza di “garantire e tutelare uno spazio di controllo significativo dell’essere umano sul processo di scelta dei programmi di intelligenza artificiale”, sottolineando come questi strumenti possano essere “affascinanti”, ma al contempo “tremendi”, se non regolati correttamente.

Nel suo messaggio al vertice di Parigi, il Pontefice ha ribadito l’importanza di impedire che l’IA “limiti la visione del mondo a realtà esprimibili in numeri e racchiuse in categorie preconfezionate, estromettendo l’apporto di altre forme di verità e imponendo modelli antropologici, socio-economici e culturali uniformi”. Questo richiamo evidenzia il rischio di una standardizzazione dell’esperienza umana, che escluda la diversità e la ricchezza delle culture.

Algoritmi e cuore: la visione di Pascal e Maritain

Papa Francesco ha inoltre fatto riferimento a due grandi filosofi francesi: Blaise Pascal e Jacques Maritain. Nel distinguere tra algoritmi e cuore, il Papa richiama la riflessione di Pascal, secondo cui “se gli algoritmi possono essere utilizzati per ingannare l’uomo, il ‘cuore’, inteso come sede dei sentimenti più intimi e veri, non potrà mai ingannarlo”. Questa idea, già espressa nella Lettera enciclica Dilexit nos, pone in contrasto l’intelligenza artificiale con la capacità umana di discernere il bene e il male in modo profondo e intuitivo.

A questo si aggiunge il pensiero di Jacques Maritain, secondo cui “l’amore vale più dell’intelligenza”. In un contesto in cui la tecnologia avanza rapidamente, questa affermazione assume un valore cruciale: la centralità della persona umana deve sempre prevalere sulla logica degli algoritmi e delle macchine.

IA e sostenibilità: opportunità e rischi

Nel messaggio al vertice, il Pontefice ha anche evidenziato il ruolo dell’intelligenza artificiale nel campo della sostenibilità, affermando che “l’IA può diventare uno strumento potente per gli scienziati e gli esperti che cercano insieme soluzioni innovative e creative a favore dell’ecosostenibilità del nostro pianeta”. Tuttavia, ha anche avvertito che il consumo energetico delle infrastrutture IA è molto elevato e che questo aspetto non deve essere sottovalutato.

Un altro tema affrontato è stato quello della regolamentazione dell’IA, con particolare attenzione alle popolazioni marginalizzate e vulnerabili. Già nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2024, Papa Francesco aveva dichiarato che “nei dibattiti sulla regolamentazione dell’IA, si dovrebbe tenere conto della voce di tutte le parti interessate, compresi i poveri, gli emarginati e altri che spesso rimangono inascoltati nei processi decisionali globali”. Un punto ripreso anche in questa occasione, con l’auspicio che l’IA possa essere utilizzata per lo sviluppo, la lotta contro la povertà e la tutela delle culture e delle lingue locali.

L’Intelligenza Artificiale e la sfida antropologica

Uno degli aspetti più importanti del messaggio papale riguarda la dimensione antropologica dell’IA. Il Pontefice si chiede se l’uomo, nel progresso tecnologico, “diventerà veramente migliore, cioè più maturo spiritualmente, più cosciente della dignità della sua umanità, più responsabile, più aperto agli altri, in particolare verso i più bisognosi e più deboli”. Questa domanda richiama il pensiero espresso nella Lettera enciclica Redemptor hominis, secondo cui la vera sfida non è solo tecnologica, ma profondamente umana e morale.

Conclusioni

Il messaggio di Papa Francesco al vertice di Parigi evidenzia come il progresso dell’intelligenza artificiale non possa essere separato da una riflessione etica e antropologica. L’IA offre opportunità straordinarie, ma porta con sé rischi che devono essere affrontati con una regolamentazione responsabile e un approccio centrato sulla persona umana.

L’auspicio del Pontefice è che l’IA venga utilizzata “per aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo”(Laudato si’, n. 191). Solo così sarà possibile sviluppare una tecnologia al servizio del bene comune e della dignità di ogni persona.

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