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Barry Wilmore, astronauta NASA : La fede mi ha sostenuto durante i 286 giorni nello spazio

NASA Space crew 9

L’astronauta americano racconta come la spiritualità cristiana lo ha aiutato ad affrontare le difficoltà della missione a bordo della ISS.

Barry Wilmore, astronauta NASA, ha completato una missione di 286 giorni nello spazio, sostenuto dalla sua fede cristiana. Preghiera, culto online e contatto con la sua comunità di fede lo hanno aiutato ad affrontare le sfide della missione a bordo della ISS.

Marzo 2025 – Dopo 286 giorni consecutivi nello spazio, l’astronauta della NASA Barry “Butch” Wilmore è rientrato sulla Terra, portando con sé non solo dati scientifici, ma anche una testimonianza personale di fede e resilienza. La sua lunga permanenza a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), prolungata ben oltre le previsioni iniziali a causa di ritardi tecnici e problemi logistici con i veicoli di rientro, è diventata anche un racconto di forza interiore alimentata dalla spiritualità.

Wilmore, ex pilota della Marina e veterano di missioni spaziali, ha dichiarato in una recente intervista che la sua fede cristiana è stata un pilastro fondamentale per affrontare le sfide fisiche, mentali ed emotive vissute durante il lungo soggiorno nello spazio.

Spiritualità tra le stelle: preghiera e culto a gravità zero

Durante la missione, Wilmore ha raccontato di aver partecipato regolarmente a servizi religiosi online, grazie ai collegamenti via satellite, e di aver mantenuto un costante contatto spirituale con la sua comunità di fede sulla Terra. In particolare, ha seguito celebrazioni domenicali trasmesse in streaming e ha potuto ricevere messaggi, letture e omelie dai suoi pastori di riferimento.

“Anche a centinaia di chilometri dalla Terra, ho sentito che Dio era con me. La fede non ha confini, e la presenza spirituale può arrivare ovunque”, ha dichiarato Wilmore.

In un ambiente come quello della ISS, in cui il ritmo circadiano è alterato, la solitudine può diventare opprimente e le responsabilità scientifiche e ingegneristiche sono elevate, l’equilibrio interiore è fondamentale. Wilmore ha sottolineato come la preghiera quotidiana, la lettura della Bibbia e la meditazione siano state parte integrante della sua routine, al pari degli esperimenti e delle attività fisiche obbligatorie.

Il video ufficiale che documenta il rientro degli astronauti Barry “Butch” Wilmore e Sunita Williams sulla Terra dopo la loro missione prolungata a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Il video mostra la fase di splashdown della capsula SpaceX Crew Dragon nel Golfo del Messico, avvenuta il 18 marzo 2025.

Una fede vissuta con gratitudine e speranza

Nel suo resoconto, Wilmore ha parlato anche del significato simbolico del suo tempo nello spazio: un’occasione per riflettere sull’immensità dell’universo e sul mistero della vita.

“Guardare la Terra da lassù, vedere la sua fragilità e la sua bellezza, ti fa sentire parte di un disegno più grande. È impossibile non interrogarsi sul senso profondo dell’esistenza.”

L’astronauta ha inoltre ringraziato la sua famiglia e la sua chiesa per il supporto costante, affermando che la connessione spirituale è stata decisiva per non cedere alla fatica psicologica nei mesi di incertezza sul rientro.

Rientro a Terra e messaggio al pubblico

Il rientro sulla Terra, avvenuto a metà marzo 2025 con una capsula di emergenza, è stato salutato con gioia non solo dalla NASA, ma anche dalla comunità religiosa americana. Wilmore ha ricevuto messaggi di benvenuto e apprezzamento da parte di numerosi leader spirituali e da organizzazioni che promuovono il dialogo tra scienza e fede.

Il suo racconto ha attirato l’attenzione anche di giornali e riviste internazionali, che hanno sottolineato la testimonianza di fede vissuta nel contesto scientifico e tecnologico più avanzato dell’umanità.

Fede e spazio: un dialogo sempre più attuale

La vicenda di Barry Wilmore si inserisce in una tradizione crescente di astronauti credenti, da John Glenn a Victor Glover, passando per cosmonauti russi e astronauti europei che hanno raccontato esperienze di fede personale nello spazio.

In un’epoca in cui l’esplorazione spaziale è sempre più anche un’impresa privata e commerciale, la testimonianza di Wilmore riporta l’attenzione sull’aspetto umano, spirituale ed esistenziale dell’avventura cosmica.

Immagine, credit NASA: I membri dell’equipaggio Crew-9 della NASA e SpaceX posano insieme per un ritratto all’interno del modulo Unity della Stazione Spaziale Internazionale. Da sinistra: l’astronauta NASA Suni Williams, il cosmonauta Roscosmos Aleksandr Gorbunov e gli astronauti NASA Nick Hague e Butch Wilmore.

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