L’ex direttore del National Institutes of Health lancia un allarme sul futuro della scienza negli Stati Uniti, tra sfiducia pubblica, disinformazione e pressioni politiche.
In un’intervista del marzo 2025, il genetista cristiano Francis Collins esprime preoccupazione per il futuro della scienza negli USA, sottolineando la necessità di recuperare la fiducia pubblica e contrastare la politicizzazione della ricerca.
Francis Collins e l’allarme sul futuro della scienza
Nel marzo 2025, il dottor Francis Collins, genetista, medico, cristiano e già direttore del National Institutes of Health – NIH, ha rilasciato una profonda intervista in cui ha espresso preoccupazione per la crescente sfiducia nella scienza da parte dell’opinione pubblica americana. Figura di rilievo nel mondo scientifico e credente convinto, Collins ha sottolineato la pericolosità di un contesto in cui la scienza diventa oggetto di strumentalizzazioni politiche e perde la sua autorevolezza agli occhi della società.
“La scienza non può prosperare in un ambiente dominato dalla diffidenza e dalla polarizzazione”, ha affermato Collins. “Serve un rinnovato impegno per la verità, per l’integrità dei dati e per una comunicazione capace di parlare alle persone, non solo agli specialisti”.
Il ruolo della comunicazione nella crisi della scienza
Secondo Collins, la comunicazione scientifica è oggi una delle principali sfide per la comunità accademica e medica. Durante la pandemia, il pubblico ha assistito a una continua evoluzione delle raccomandazioni sanitarie, spesso percepite come contraddittorie. Questo ha minato la fiducia, già fragile, di molti cittadini verso le istituzioni scientifiche.
“Non possiamo permettere che la scienza venga ridotta a opinione”, ha dichiarato Collins. “Il nostro compito è comunicare con umiltà, chiarezza e trasparenza, anche quando le risposte non sono definitive”.
Il medico ha insistito sulla necessità di formare scienziati capaci di dialogare con i media e di costruire ponti con il pubblico, mantenendo sempre salda la distinzione tra scoperta scientifica e agenda politica.
La scienza come vocazione al servizio della verità
Uno degli aspetti più significativi del pensiero di Francis Collins è la sua visione etica e spirituale della scienza. Per lui, la ricerca scientifica è una vocazione al servizio del bene comune, che deve essere guidata dalla ricerca della verità e da un profondo rispetto per la dignità umana.
In un passaggio particolarmente sentito dell’intervista, Collins ha affermato:
“Se la scienza dimentica il suo fine umano, rischia di diventare una tecnocrazia senz’anima. Dobbiamo invece ricordare che ogni scoperta ha implicazioni morali e sociali”.
Collins invita così a rilanciare un’etica della responsabilità scientifica, dove la fede, per chi la possiede, può essere una risorsa nel custodire il senso ultimo della conoscenza.
Il valore della scienza come bene comune
Francis Collins sottolinea infine come la scienza non sia proprietà di élite accademiche, ma un patrimonio collettivo da custodire con responsabilità. In un’epoca in cui teorie del complotto, fake news, manipolazioni mediatiche e polarizzazione politica mettono a rischio la credibilità del sapere scientifico, è fondamentale che tutti – dalle istituzioni scolastiche ai media, dalle comunità religiose ai centri di ricerca – collaborino per difendere il valore della scienza come bene comune. Solo così sarà possibile garantire un futuro in cui conoscenza, giustizia e progresso siano accessibili a tutti.
Un appello alla comunità scientifica e ai cittadini
Il messaggio di Francis Collins si conclude con un forte appello sia alla comunità scientifica sia ai cittadini. Agli scienziati chiede di essere più presenti nella vita pubblica, di formarsi alla comunicazione e di non sottrarsi al dibattito sociale. Alla società civile, chiede invece di non cedere alla sfiducia, ma di impegnarsi a verificare le fonti, ascoltare gli esperti e difendere la verità dei fatti. “Solo insieme possiamo proteggere l’integrità della scienza, che è uno dei pilastri della democrazia moderna”, ha concluso.
Immagine: cortesia National Institutes of Health.
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