Il Pontefice si è spento il 21 aprile 2025, nel giorno del Lunedì dell’Angelo. Primo gesuita e primo Papa latinoamericano, ha promosso un approccio integrato tra fede, cultura e scienza, con una visione globale della Chiesa nel XXI secolo.
Papa Francesco è morto questa mattina, lunedì 21 aprile 2025, alle ore 7:35, presso Casa Santa Marta, la residenza vaticana dove ha scelto di vivere fin dall’inizio del suo pontificato. La data della sua morte coincide con il Lunedì dell’Angelo, giorno liturgico che ricorda il primo annuncio pasquale della Risurrezione. Un richiamo simbolico potente, che restituisce alla sua figura la dimensione pasquale con cui ha vissuto e interpretato la sua missione.
Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires nel 1936, è stato il 266° vescovo di Roma, il primo gesuita, il primo proveniente dall’America Latina e il primo a scegliere il nome “Francesco”, in riferimento al santo di Assisi. Eletto il 13 marzo 2013, ha guidato la Chiesa cattolica per oltre dodici anni, imprimendo al pontificato una direzione pastorale, missionaria e riformatrice.
20 aprile 2025, Domenica di Pasqua, Santa Messa del giorno, Messaggio e Benedizione del Papa Urbi et Orbi.
Una Chiesa universale in dialogo con il mondo
Il pontificato di Papa Francesco ha rappresentato un momento di svolta per la presenza della Chiesa nel mondo contemporaneo. In un contesto globale segnato da instabilità geopolitica, migrazioni, crisi ambientale, secolarizzazione e trasformazioni culturali rapide, il Papa ha cercato una sintesi tra tradizione e cambiamento, tra identità cattolica e apertura al dialogo interculturale e interreligioso.
L’enciclica Laudato si’, dedicata alla cura della casa comune, è diventata un documento di riferimento internazionale non solo in ambito ecclesiale, ma anche tra scienziati, attivisti ambientali e decisori politici. In essa, Francesco ha mostrato come la fede possa entrare in relazione con la scienza, l’etica e l’economia, per offrire una visione integrale dello sviluppo umano.
In altre opere magisteriali, come Fratelli tutti e Evangelii gaudium, ha promosso una cultura dell’incontro, del discernimento e della fraternità, riconoscendo nella complessità del mondo attuale una sfida che interpella la coscienza cristiana in tutte le sue dimensioni: sociale, culturale, spirituale e intellettuale.
La comunicazione come missione
Papa Francesco ha rivoluzionato anche il modo in cui la Chiesa comunica. Con un linguaggio semplice ma profondo, accessibile e diretto, ha saputo raggiungere milioni di persone attraverso i media tradizionali e digitali, pur rimanendo fedele a un pensiero teologico e spirituale solido. Le sue omelie quotidiane, i discorsi brevi ma incisivi, i gesti simbolici hanno costruito una forma nuova di evangelizzazione mediatica.
Ha scelto di abitare i linguaggi del nostro tempo, senza cedere alla superficialità, ma dimostrando che la presenza pubblica della fede può essere al contempo sobria e incisiva, capace di generare dibattito e riflessione anche fuori dal contesto ecclesiale.
Fede e scienza: un confronto aperto
Pur essendo uomo di formazione umanistica e spirituale, Papa Francesco ha mostrato una profonda attenzione al mondo della ricerca, della medicina, della tecnologia e dell’educazione scientifica. Ha sostenuto con forza il ruolo della scienza nella società, invitando più volte a non contrapporre fede e conoscenza, ma a integrarle in una visione più ampia dell’umano.
In numerosi interventi ha ribadito che la fede non teme la scienza, perché entrambe, se autentiche, cercano la verità. La sua apertura ai contributi scientifici sull’ambiente, sulla salute pubblica, sulle neuroscienze e sull’intelligenza artificiale ha rafforzato l’identità della Chiesa come interlocutrice culturale credibile nel XXI secolo.
Su questo aspetto centrale del suo magistero — il rapporto tra scienza, etica e spiritualità — SRM dedicherà uno speciale di approfondimento nei prossimi giorni.
Un’eredità aperta
Il lascito di Papa Francesco è complesso, e richiederà tempo per essere pienamente compreso. La sua capacità di tenere insieme riforma e continuità, periferie e centro, dialogo e identità, ne fa una figura profetica e controversa, amata e criticata, ma indubbiamente incisiva.
Nel giorno della sua morte, la comunità ecclesiale e il mondo culturale si fermano per riflettere. Il Lunedì dell’Angelo, che apre la settimana della Pasqua, diventa così la soglia su cui si apre la memoria di un pontificato che ha voluto costruire ponti e abbattere muri, richiamando tutti, credenti e non, a una responsabilità più umana e più universale.
Immagine: cortesia Quirinale.
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