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Boyle Lectures, tra scienza e teologia : la religione è naturale ?

Boyle Lectures 2024

Un confronto tra il teologo David Fergusson e la filosofa Fiona Ellis sul ruolo della religione nella natura umana, tra spiegazioni scientifiche e riflessioni teologiche.

Le Boyle Lectures 2024, tenutesi a Londra, hanno posto al centro del dibattito una domanda antica quanto la riflessione umana: “Is religion natural?”, ovvero “La religione è naturale?”. L’incontro ha visto come relatore principale il teologo scozzese David Fergusson, professore all’Università di Cambridge, accompagnato dalla replica della filosofa Fiona Ellis, docente presso l’Università di Roehampton. L’evento ha rappresentato un momento chiave per approfondire il dialogo tra scienza, filosofia e teologia nel contesto della cultura contemporanea.

Origini e obiettivi delle Boyle Lectures

Le Boyle Lectures furono istituite per la prima volta nel 1692 in memoria di Robert Boyle (1627–1691), uno dei padri fondatori della chimica moderna, scienziato e cristiano convinto. Le conferenze si prefiggevano fin dall’inizio di esplorare la relazione tra scienza e religione, favorendo un dialogo costruttivo in un’epoca in cui il pensiero scientifico stava trasformando il modo in cui gli esseri umani comprendono il mondo.

Dopo un lungo periodo di interruzione, le Boyle Lectures sono state riprese nel 2004 e oggi rappresentano uno dei principali appuntamenti accademici nel Regno Unito per la discussione interdisciplinare tra scienze naturali, filosofia e teologia.

Il tema 2024 : La religione è naturale ?

La domanda “Is religion natural?” tocca un’ampia gamma di ambiti, dall’antropologia alla psicologia cognitiva, dalla filosofia alla teologia. Il relatore principale David Fergusson ha affrontato il tema ponendolo in relazione alle teorie scientifiche contemporanee che spiegano l’origine e la funzione della religione in termini evolutivi o cognitivi. Tra le principali, le ipotesi avanzate da autori come Pascal Boyer e Justin Barrett, secondo cui la tendenza umana a credere in esseri soprannaturali sarebbe un sottoprodotto dell’evoluzione cognitiva.

Fergusson ha riconosciuto il valore di queste prospettive, ma ha anche sottolineato che una spiegazione naturalistica della religione non implica necessariamente che essa sia illusoria o priva di verità. Ha infatti invitato a non confondere l’origine psicologica di un’idea con la sua validità filosofica o teologica. Il fatto che la religione possa avere basi evolutive – come ad esempio il bisogno di spiegare eventi imprevedibili, di rafforzare la coesione sociale o di trovare conforto – non sminuisce il suo possibile riferimento a una realtà trascendente.

La risposta di Fiona Ellis

La filosofa Fiona Ellis, nota per il suo approccio “realista spirituale”, ha offerto una risposta articolata e provocatoria. Ellis ha criticato sia il riduzionismo scientifico che quello teologico, sottolineando che il concetto di “natura” è spesso utilizzato in modo ambiguo. Secondo la filosofa, la religione è naturale solo se siamo disposti ad ampliare il significato stesso della natura, includendo dimensioni non riducibili alla biologia o alla chimica.

Ellis ha proposto una visione in cui l’esperienza religiosa è radicata nella natura umana non in quanto meccanismo evolutivo, ma in quanto apertura al mistero e al significato. Lungi dall’essere un semplice residuo culturale del passato, la religione riflette una struttura dell’essere umano che aspira alla trascendenza e al fondamento ultimo della realtà. Ha inoltre messo in discussione la pretesa di alcune scienze cognitive della religione di fornire spiegazioni esaustive del fenomeno religioso.

Un dialogo tra fede e ragione nel XXI secolo

Il confronto tra Fergusson ed Ellis ha messo in luce la necessità di un dialogo profondo e rispettoso tra scienza e teologia, capace di andare oltre le semplificazioni ideologiche. Le Boyle Lectures 2024 hanno dimostrato che è possibile discutere temi radicali come la natura della religione senza cadere in posizioni contrapposte o dogmatiche.

L’approccio proposto da entrambi i relatori suggerisce che la religione, anche se analizzabile attraverso gli strumenti delle scienze umane, non si esaurisce in esse. Essa rimane, per molti, una risposta a domande ultime sul senso della vita, la morte, la libertà e il bene. In questo senso, la religione è naturale nella misura in cui è connaturata all’essere umano, al suo bisogno di comprendere se stesso e il mondo.

Riflessioni conclusive

Le Boyle Lectures si confermano un’importante piattaforma per la riflessione interdisciplinare e la promozione di un dibattito libero da pregiudizi tra il mondo accademico scientifico e quello teologico. Il tema del 2024, “Is religion natural?”, ha aperto nuove prospettive e interrogativi che meritano ulteriore esplorazione. In un’epoca segnata dalla sfiducia nelle istituzioni e dalla crisi del significato, queste occasioni di dialogo rappresentano un contributo prezioso al discernimento critico e alla costruzione di una cultura fondata su fede e ragione.

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