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Anniversari : Maurice Blondel, il filosofo dell’azione e il rinnovamento del pensiero cristiano moderno

Maurice Blondel

A 85 anni dalla morte, il 4 giugno si ricorda il pensatore francese che ha creato nuovi percorsi per il dialogo tra fede e ragione.

Il 4 giugno 2025 ricorre l’85° anniversario della morte di Maurice Blondel (1861–1949), uno dei più influenti filosofi cattolici del Novecento. Nato ad Aix-en-Provence, in Francia, Blondel è noto soprattutto per la sua opera L’Action (1893), con la quale ha proposto una riformulazione del rapporto tra pensiero e vita, fede e ragione, ragione e volontà. Il suo contributo ha segnato profondamente la filosofia religiosa contemporanea e ha influenzato pensatori cattolici, teologi e perfino i documenti del Concilio Vaticano II.

Blondel fu un pensatore atipico, difficile da classificare nelle scuole filosofiche del suo tempo. La sua opera, sviluppata in un periodo in cui il positivismo e lo scientismo dominavano il panorama intellettuale, cercò di conciliare la rigorosità del pensiero razionale con l’apertura all’esperienza religiosa. Il suo obiettivo non era tanto dimostrare la verità della fede, quanto mostrare che la fede è una risposta necessaria e coerente all’interrogativo umano più profondo.

Filosofia dell’azione

L’opera L’Action, che rappresenta il cuore del pensiero blondeliano, è il risultato di una tesi di dottorato rifiutata inizialmente per il suo contenuto innovativo. In essa Blondel indaga la struttura dell’agire umano, mettendo in evidenza come l’azione non sia mai un semplice fatto materiale, ma sia sempre intrinsecamente legata alla dimensione spirituale dell’uomo.

Blondel sostiene che nell’azione c’è un desiderio implicito di qualcosa che supera l’immanenza: un’apertura al trascendente. L’uomo, nel suo agire, non trova mai piena soddisfazione nei beni temporali; è come se il suo volere più profondo lo portasse oltre sé stesso. Questa “insufficienza dell’immanenza” rivela la presenza di un’apertura ontologica verso l’Assoluto.

In questa prospettiva, la fede non è un’aggiunta esterna all’esistenza umana, ma una risposta all’aspirazione che abita ogni coscienza. La religione non viene imposta dall’esterno, ma sgorga dall’interno dell’esperienza vitale.

Risonanze nel pensiero cattolico

Blondel fu spesso visto con sospetto da alcuni ambienti ecclesiastici, specialmente negli anni in cui il modernismo era condannato con forza da Roma. Eppure, non fu mai modernista. Egli desiderava anzi riaffermare la necessità della rivelazione e la centralità della Chiesa, ma in un modo nuovo, che partisse dall’esperienza concreta e personale dell’uomo moderno.

La sua influenza fu decisiva per molti intellettuali cattolici del XX secolo, tra cui Henri de Lubac, Yves Congar, Karl Rahner e persino Joseph Ratzinger (poi Benedetto XVI). Il suo metodo ha contribuito alla nascita della “nouvelle théologie”, che sarà uno dei riferimenti principali del Concilio Vaticano II. In particolare, l’idea blondeliana che la grazia non distrugge la natura ma la porta a compimento, sarà ripresa e approfondita nei documenti conciliari.

Blondel e la questione della verità

Un altro aspetto fondamentale del pensiero di Blondel riguarda la verità. Egli rifiuta ogni forma di relativismo, ma al tempo stesso riconosce che la verità non può essere imposta come un sistema astratto. La verità si sperimenta, si vive, si accoglie liberamente. Per questo motivo, Blondel sviluppa una filosofia che non si chiude in sé stessa, ma invita alla conversione dell’interiorità.

Nella sua visione, la filosofia ha un ruolo preparatorio, pedagogico: conduce l’uomo fino alla soglia della fede, ma non può sostituirla. La fede, per Blondel, è un atto libero e personale, che risponde a un appello inscritto nella struttura stessa dell’essere umano.

L’eredità viva di Maurice Blondel

Oggi, a 85 anni dalla sua scomparsa, l’opera di Maurice Blondel continua a suscitare interesse e ad offrire spunti preziosi per il dialogo tra filosofia e teologia, tra credenti e non credenti. In un’epoca segnata da nuove forme di riduzionismo scientifico, spiritualismo irrazionale e frammentazione culturale, la sua riflessione può ancora offrire una bussola per orientarsi nel cammino della ricerca di senso.

In molte università cattoliche e istituti filosofici, sono ancora oggetto di studio la sua opera e i suoi manoscritti, molti dei quali pubblicati postumi grazie al lavoro di studiosi come Henri Gouhier e Jean Lacroix. In Francia, il suo pensiero è oggetto di convegni e simposi periodici, e in Italia non mancano le traduzioni e gli studi accademici dedicati.

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