Scienza, fede, ragione, informazione. Direttore Paolo Centofanti

News 2025

Scoperto un nuovo esopianeta abitabile a 124 anni luce : svolta per l’astrobiologia

pianeta abitabile LHS 475c

Il pianeta LHS 475c, scoperto grazie a un telescopio spaziale di ultima generazione, potrebbe ospitare acqua liquida e condizioni favorevoli alla vita : una novità importante per scienza planetaria e esplorazione cosmica.

Un pianeta potenzialmente abitabile nella costellazione della Lira.

Una recente scoperta condotta da un team internazionale di astronomi ha individuato un nuovo esopianeta potenzialmente abitabile, situato a circa 124 anni luce dalla Terra, nella costellazione della Lira. Il pianeta, battezzato temporaneamente LHS 475c, orbita attorno a una stella nana rossa simile a TRAPPIST-1 e presenta condizioni compatibili con la presenza di acqua liquida in superficie.

L’individuazione è avvenuta grazie a un innovativo telescopio spaziale di nuova generazione, equipaggiato con spettrometri e ottiche migliorate, in grado di rilevare firme chimiche nella sottile atmosfera del pianeta. Le prime analisi indicano presenza di biosignature compatibili con composti organici, sebbene ancora non vi sia una prova definitiva della vita.

L’importanza della zona abitabile e dei modelli climatici

La scoperta di LHS 475c rilancia l’interesse per lo studio della cosiddetta zona abitabile circumstellare, ovvero quella regione orbitale in cui un pianeta può mantenere acqua liquida sulla superficie. Tuttavia, la sola distanza dalla stella non basta a garantire condizioni favorevoli alla vita: entrano in gioco anche la composizione atmosferica, l’attività stellare, la pressione superficiale e l’albedo planetaria. Modelli climatici avanzati stanno cercando di simulare scenari plausibili per questo pianeta, considerando sia l’eventualità di un’atmosfera densa che quella di un ambiente più rarefatto ma stabile. L’eventuale presenza di nubi o di un effetto serra controllato potrebbe ampliare significativamente l’intervallo di condizioni compatibili con la vita.

Prospettive future per la missione

LHS 475c entrerà ora nel novero dei candidati prioritari per osservazioni mirate da parte di strumenti avanzati come il James Webb Space Telescope, il futuro ELT (Extremely Large Telescope) e, in prospettiva, le missioni spaziali europee Ariel e PLATO. L’obiettivo principale sarà rilevare la presenza di elementi chiave come vapore acqueo, metano o ozono, ma anche monitorare eventuali variazioni periodiche nell’atmosfera o nella riflettività superficiale. La possibilità di ottenere un profilo atmosferico completo rappresenterebbe un risultato storico, avvicinando per la prima volta l’umanità a una possibile caratterizzazione biologica di un mondo oltre il nostro sistema solare.

Astrobiologia e riflessioni scientifiche

Secondo il prof. Elias Hoffman, coordinatore del progetto e docente di astrobiologia all’Università di Heidelberg:

“Questa scoperta non solo allarga l’elenco degli esopianeti potenzialmente abitabili, ma ci porta sempre più vicino a rispondere alla domanda fondamentale: siamo soli nell’universo?”

L’astrobiologia moderna considera la vita come un fenomeno che può emergere in condizioni diverse da quelle terrestri, estendendo la possibilità di civiltà diverse dalla nostra. Lo studio del nuovo pianeta prevede ora una lunga serie di osservazioni, incluse analisi spettroscopiche per cercare metano, ossigeno e altre tracce biologiche.

Il dialogo con la teologia : siamo pronti alla vita aliena ?

La scoperta ha riaperto un dibattito non solo scientifico ma anche filosofico e teologico. Come cambierebbe la nostra comprensione della creazione, dell’antropocentrismo e del messaggio cristiano, se dovessimo incontrare esseri intelligenti non umani?

Conclusioni: un nuovo orizzonte per la scienza e per la fede ?

La scoperta del nuovo esopianeta abitabile a 124 anni luce rappresenta un passo fondamentale per la scienza contemporanea. Ma è anche un’occasione preziosa per un dialogo interdisciplinare tra scienza, filosofia e teologia, in grado di offrire una visione più ampia e consapevole del nostro posto nel cosmo.

Come ha scritto il fisico e teologo John Polkinghorne:

“La verità è una sola, e la fede e la scienza sono due lingue che cercano di parlarne.”

Lascia una risposta