Completato il restauro dello storico telescopio ottocentesco: fu protagonista delle prime mappe moderne del pianeta rosso
Lo storico rifrattore tedesco da 8 pollici, costruito dalla ditta Merz e Sohne e custodito presso l’Osservatorio Astronomico di Brera, è stato recentemente sottoposto a un accurato restauro conservativo. Si tratta dello stesso telescopio con cui Giovanni Schiaparelli compì le sue celebri osservazioni del pianeta Marte, dando origine a una delle più affascinanti narrazioni scientifiche dell’Ottocento.
Restituito al suo splendore originario, lo strumento torna ora accessibile al pubblico e agli studiosi, divenendo anche un’occasione preziosa per riflettere sul valore della memoria scientifica e sulla necessità di tutelare il patrimonio tecnico e culturale italiano.
Lo sguardo che accese l’immaginario su Marte
Acquistato nel 1862 dal neonato Regno d’Italia, il telescopio fu utilizzato da Schiaparelli in occasione delle grandi opposizioni marziane, a partire dal 1877. Grazie a questo strumento, l’astronomo poté tracciare le prime mappe dettagliate del pianeta rosso, introducendo il termine “canali” per descrivere sottili strutture lineari osservate sulla superficie.
Questa scelta lessicale, fraintesa all’estero con l’idea di “canals” intesi come costruzioni artificiali, alimentò il mito di una civiltà marziana evoluta, impegnata a regolare le risorse idriche del pianeta. Nacque così una leggenda destinata a influenzare la letteratura, la cultura popolare e perfino alcune speculazioni scientifiche per oltre un secolo.
Un capolavoro della meccanica ottica del XIX secolo
Il rifrattore, lungo circa cinque metri, presenta lenti acromatiche di altissima qualità, montate su una struttura equatoriale in ghisa finemente lavorata. Il recente intervento ha permesso di restituire funzionalità e bellezza allo strumento, con il recupero delle superfici in ottone, dei meccanismi di orientamento e dei supporti originali.
Il restauro è stato condotto da esperti in conservazione di strumenti storici, che hanno operato con attenzione filologica e tecnica, mantenendo intatta la struttura originale e utilizzando materiali compatibili con quelli dell’epoca.
Una cupola da salvare
Nonostante l’importante recupero del telescopio, permangono criticità legate alla cupola che lo ospita. Gli infissi deteriorati impediscono una chiusura ermetica, con il rischio che l’umidità e gli sbalzi termici compromettano in futuro la conservazione dello strumento.
Per questo motivo, l’osservatorio ha lanciato un appello alle istituzioni e alla cittadinanza per sostenere i necessari interventi di manutenzione sulla struttura, anche in vista di una valorizzazione museale e formativa più ampia.
Schiaparelli e la tensione tra scienza, ragione e immaginazione
La figura di Giovanni Schiaparelli rappresenta un punto d’incontro tra rigore scientifico e immaginazione creativa, tra precisione osservativa e apertura alle grandi domande sull’universo e sulla vita. Il telescopio Merz, simbolo della sua attività, incarna a pieno questa tensione intellettuale che caratterizza il miglior spirito della ricerca: un’alleanza profonda tra fede nella ragione e stupore davanti al cosmo.
Il mito dei “canali marziani”, pur nato da un’osservazione erroneamente interpretata, ha avuto il merito di stimolare intere generazioni di astronomi, filosofi, scrittori e scienziati a interrogarsi sul nostro posto nell’universo, rendendo quel piccolo rifrattore un oggetto capace di parlare ancora oggi all’immaginario collettivo.
Un patrimonio da valorizzare con il coinvolgimento delle nuove generazioni
Il recupero del telescopio Merz rappresenta anche un’opportunità educativa unica per le scuole, le università e i centri culturali. Inserito in un percorso museale attivo, lo strumento può diventare punto di partenza per laboratori, visite guidate, incontri interdisciplinari tra scienza, storia e filosofia. Coinvolgere le nuove generazioni nella scoperta di questi strumenti storici significa trasmettere non solo nozioni tecniche, ma un senso di continuità nella ricerca della verità, favorendo il dialogo tra la curiosità scientifica e le grandi domande sull’universo e sull’uomo che da sempre accompagnano l’avventura del sapere.
Un bene culturale da proteggere e condividere
La rinascita del telescopio di Schiaparelli non è solo una vittoria della scienza storica, ma anche un esempio di come il patrimonio tecnico possa diventare veicolo di educazione, dialogo e consapevolezza. In un’epoca dominata dalla tecnologia digitale, strumenti come questo ci ricordano le radici artigianali e speculative della conoscenza, invitandoci a un approccio più profondo e integrale al sapere.
Grazie al restauro, il rifrattore sarà ora visibile in occasione di eventi divulgativi e visite guidate, offrendo al pubblico la possibilità di riscoprire uno dei capitoli più affascinanti dell’astronomia italiana.
Fonte e video: cortesia INAF. Immagini: elaborazioni artistiche con Intelligenza Artificiale.
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