Uno studio pubblicato su Nature mostra come l’aumento della varietà di habitat abitati dai nostri antenati abbia favorito la riuscita della migrazione globale avvenuta circa 50.000 anni fa
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature getta nuova luce sulle grandi migrazioni umane del passato. Secondo i ricercatori, prima della grande uscita dall’Africa di Homo sapiens, avvenuta circa 50.000 anni fa, si è verificato un notevole ampliamento della varietà di ambienti abitati dai nostri antenati. Questo aumento della flessibilità ecologica potrebbe essere stato il fattore decisivo che ha permesso agli esseri umani di affrontare e colonizzare nuovi territori al di fuori del continente africano.
Una migrazione riuscita dopo tanti tentativi falliti
Le evidenze genetiche moderne indicano che la maggior parte degli individui eurasiatici attuali discende da una popolazione molto piccola che ha lasciato l’Africa intorno a 50.000 anni fa. Tuttavia, i fossili ritrovati mostrano che ci furono migrazioni precedenti, in epoche più antiche, che non portarono a popolazioni stabili o durature. Questo solleva una domanda cruciale: cosa ha reso quella migrazione, e non le precedenti, un successo evolutivo e demografico?
Uno studio approfondito su oltre 100.000 anni
Per rispondere a questa domanda, il team guidato da Emily Hallett, Eleanor Scerri e colleghi ha analizzato dati provenienti da numerosi siti archeologici africani datati tra 120.000 e 14.000 anni fa. Utilizzando modelli di distribuzione delle specie, gli autori hanno ricostruito l’idoneità ambientale degli habitat abitati dagli esseri umani preistorici, basandosi su variabili ecologiche come:
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Indice di area fogliare (Leaf Area Index)
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Escursione termica annuale
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Livelli di precipitazioni
Un’espansione iniziata circa 70.000 anni fa
I dati suggeriscono che a partire da circa 70.000 anni fa, gli esseri umani iniziarono a colonizzare ambienti più diversificati, in particolare foreste tropicali e deserti aridi, in regioni come l’Africa occidentale, centrale e settentrionale. Questo fenomeno, chiamato espansione della nicchia ecologica, indica che gli Homo sapiens svilupparono una maggiore adattabilità rispetto al passato, imparando a sopravvivere in ecosistemi diversi e sfidanti.
L’importanza dell’adattabilità ambientale
Secondo gli autori dello studio, è proprio questa espansione della nicchia ecologica che ha reso possibile una migrazione globale di successo. A differenza delle precedenti ondate migratorie, i nostri antenati di 50.000 anni fa possedevano già un bagaglio di esperienze ambientali che li rese pronti ad affrontare le sfide climatiche e geografiche dell’Eurasia, dal freddo delle steppe alle foreste temperate, dai fiumi ghiacciati alle aree montuose.
Migrazione, cultura e adattamento
Lo studio sottolinea anche che questa capacità di adattamento non è stata solo biologica, ma probabilmente anche culturale e tecnologica. La diversificazione delle tecniche di caccia, la gestione delle risorse, la creazione di rifugi e abiti adatti ai vari climi sono tutte abilità che possono aver co-evoluto con l’adattabilità ecologica. In altre parole, la plasticità culturale ha sostenuto la plasticità ecologica, rendendo i nostri antenati i colonizzatori di successo del pianeta che conosciamo oggi.
L’Africa come laboratorio di adattamento: la diversità ambientale ha forgiato la flessibilità che ha reso possibile la conquista del mondo.
Un ulteriore elemento emerso dallo studio riguarda l’importanza della diversità geografica e ambientale all’interno dello stesso continente africano, che ha offerto agli Homo sapiens un “laboratorio naturale” di adattamento. L’alternanza di regioni boscose, savane e aree semi-aride ha probabilmente stimolato strategie di sopravvivenza sempre più raffinate, favorendo l’evoluzione di una plasticità comportamentale. Questo addestramento ecologico interno potrebbe aver costituito il vero “allenamento” evolutivo che ha permesso il successo dell’ultima e definitiva migrazione verso Eurasia e oltre
Fonte: articolo Nature – Major expansion in the human niche preceded out of Africa dispersal.
Immagine: elaborazione artistica con intelligenza artificiale.
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