Il messaggio di Papa Leone XIV alla Conferenza su intelligenza artificiale, etica e governance: tra tecnica, coscienza e dignità umana
Il Pontefice: L’intelligenza artificiale è uno strumento. La sua forza etica dipende da chi la utilizza.
Roma – Città del Vaticano, 21 giugno 2025 – Nei giorni 19 e 20 giugno si è tenuta tra Roma e il Vaticano la Seconda Conferenza annuale sull’intelligenza artificiale, l’etica e la governance d’impresa, articolata tra la sede del Ministero delle imprese e del made in Italy (Palazzo Piacentini) e la Sala Regia del Palazzo Apostolico. In occasione dell’evento, Papa Leone XIV ha inviato un messaggio ai partecipanti, offrendo una riflessione densa di richiami etici e antropologici, in perfetta continuità con il magistero di Papa Francesco e con la prospettiva storica della Chiesa sul rapporto tra scienza, tecnologia e fede.
Etica, intelligenza e responsabilità: una visione integrale
Nel testo, il Pontefice richiama la necessità di affrontare il tema dell’intelligenza artificiale non solo da un punto di vista tecnico o giuridico, ma a partire da una visione etica e umanistica.
“La vostra presenza testimonia il bisogno urgente di riflessione profonda e dibattito costante sulla dimensione inerentemente etica dell’intelligenza artificiale, come anche sulla sua gestione responsabile”.
L’intelligenza artificiale, per Leone XIV, è da considerarsi uno strumento – “innanzitutto uno strumento” –, e in quanto tale deve essere guidata dalla coscienza e dalle intenzioni dell’uomo. Si tratta di un richiamo essenziale: la neutralità tecnologica è un’illusione se si prescinde dalla responsabilità umana.
Un discernimento alla luce della dignità umana
Il messaggio sottolinea come i criteri per valutare benefici e rischi delle nuove tecnologie debbano ispirarsi al principio dello sviluppo umano integrale, alla salvaguardia della dignità inviolabile della persona e alla tutela della diversità culturale e spirituale dei popoli.
“Ciò significa tener conto del benessere della persona umana non solo dal punto di vista materiale, ma anche intellettuale e spirituale”.
Nel contesto dell’intelligenza artificiale, questo principio implica che non tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche moralmente ammissibile. La tecnologia deve essere al servizio dell’uomo, non viceversa.
Fede e ragione: oltre l’opposizione, nella complementarità
L’intervento papale si inserisce coerentemente nella linea culturale che SRM promuove fin dalla sua fondazione: la complementarità tra fede e ragione, tra teologia e scienza, tra discernimento spirituale e conoscenza tecnica. L’intelligenza artificiale, come prodotto dell’ingegno umano, appartiene alla sfera della ragione; ma proprio per questo esige un confronto con le domande ultime: che cosa è l’uomo?, quale tipo di società vogliamo costruire?, che rapporto abbiamo con la verità e la libertà?
Leone XIV scrive:
“La vera saggezza ha più a che vedere con il riconoscere il vero senso della vita che con la disponibilità di dati”.
È una prospettiva che richiama non solo l’etica, ma anche la metafisica, e che afferma la necessità di una cultura capace di riconoscere l’umano nella sua pienezza.
L’attenzione educativa e generazionale
Significativo il passaggio dedicato alle nuove generazioni, che più di ogni altra vivono immerse nei processi digitali e nell’accesso istantaneo alle informazioni:
“Nessuna generazione ha mai avuto un accesso così rapido alla quantità di informazioni ora disponibili grazie all’intelligenza artificiale”.
Tuttavia, ammonisce il Papa, l’informazione non è conoscenza, e la conoscenza non è ancora saggezza. Occorre allora un apprendistato intergenerazionale, una trasmissione di criteri, valori e orientamenti morali che aiuti i giovani a costruire una coscienza libera, in grado di integrare fede, ragione e responsabilità nel proprio vissuto.
Scienza, coscienza e responsabilità: il futuro in questione
Il messaggio di Papa Leone XIV rappresenta un contributo essenziale al dibattito globale sull’IA: non un discorso apologetico né tecnofobico, ma una chiamata alla responsabilità condivisa, fondata su una visione alta dell’uomo e del bene comune.
“Il compito che avete davanti non è semplice, ma è di vitale importanza”.
Una visione in cui la scienza non è contrapposta alla fede, ma stimolo a una riflessione più profonda, che sappia illuminare l’agire umano alla luce della verità e della dignità di ogni persona.
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