Autrice di A Natural History of Natural Theology, ha ridefinito il dialogo tra filosofia, scienze cognitive e fede.
Bruxelles, 20 giugno 2025 – Si è spenta a soli 46 anni Helen De Cruz, stimata filosofa belga nota a livello internazionale per i suoi studi sulla scienza cognitiva della religione e sul rapporto tra fede e ragione. La notizia della sua morte ha scosso la comunità accademica internazionale, che ha perso una delle voci più brillanti e originali della filosofia contemporanea.
Una studiosa tra filosofia, scienze cognitive e teologia
Nata nel 1978, Helen De Cruz si era affermata come una delle principali studiose nel campo della filosofia della religione, con un approccio fortemente interdisciplinare. Il suo lavoro si è distinto per la capacità di integrare elementi delle scienze cognitive con l’analisi filosofica, contribuendo in modo decisivo alla comprensione della dimensione razionale e intuitiva del pensiero religioso.
Dopo la laurea in filosofia presso l’Università di Lovanio (KU Leuven), si era perfezionata nel Regno Unito, ottenendo incarichi prestigiosi in diverse università europee e americane. È stata docente presso l’Oxford Brookes University e la Saint Louis University (Missouri), e ha tenuto lezioni e seminari in istituzioni accademiche di primo piano.
A Natural History of Natural Theology: un’opera fondamentale
Il contributo più noto di De Cruz è senza dubbio il volume A Natural History of Natural Theology: The Cognitive Science of Theology and Philosophy of Religion, scritto con Johan De Smedt. L’opera, pubblicata da MIT Press nel 2015, ha segnato una svolta nel modo in cui i filosofi affrontano il problema dell’esistenza di Dio.
In questo testo, De Cruz esplora la possibilità che il pensiero teologico non sia solo frutto della cultura o della rivelazione, ma rispecchi anche una predisposizione naturale della mente umana a riconoscere intenzionalità e causalità nel mondo. “Le nostre facoltà cognitive – scriveva – sono predisposte per generare e accettare argomenti teistici, come quelli cosmologici e teleologici, anche indipendentemente dall’influenza delle tradizioni religiose organizzate”.
Una visione nuova della fede umana
Secondo Helen De Cruz, la religione non è soltanto un costrutto culturale, ma si radica in strutture cognitive profonde. In questo senso, la filosofia della religione diventa anche una forma di esplorazione della mente umana. I suoi studi hanno spesso cercato di mostrare che credere in Dio non è un errore logico o un semplice atto irrazionale, ma una tendenza che emerge naturalmente dal modo in cui la mente interpreta il mondo.
Questa prospettiva ha avuto un impatto significativo anche nei dibattiti tra scienza e fede, aiutando a superare dicotomie rigide e aprendo la strada a nuovi modelli di dialogo.
Riconoscimenti e impegno pubblico
Helen De Cruz è stata membro di importanti società filosofiche, come la American Philosophical Association e la British Society for the Philosophy of Religion. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui una cattedra di ricerca Marie Curie e diversi finanziamenti europei per progetti interdisciplinari.
Oltre alla sua attività accademica, De Cruz era impegnata nella divulgazione filosofica, con interventi su media internazionali e sui social network. Il suo profilo su X (ex Twitter) era seguito da migliaia di studiosi e studenti. Ha sostenuto con forza una filosofia accessibile, inclusiva e attenta alla diversità.
Una perdita per la filosofia e per il dialogo tra scienza e fede
La morte improvvisa di Helen De Cruz lascia un vuoto profondo nel panorama filosofico internazionale. La sua capacità di attraversare i confini disciplinari, unendo rigore scientifico, intuizione filosofica e sensibilità religiosa, rimane un esempio per molti.
Il suo pensiero continuerà a influenzare le nuove generazioni di filosofi, teologi e studiosi delle scienze cognitive. Le sue ricerche rappresentano un’eredità preziosa per quanti cercano di comprendere la natura della fede umana in una prospettiva razionale e scientifica.
Come scriveva lei stessa in un’intervista del 2021: “Studiare la religione da filosofi significa anche studiare ciò che ci rende umani”.
Immagine: elaborazione artistica con intelligenza artificiale.
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