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Jurgen Habermas : Scienza e tecnologia come ideologia torna in edizione aggiornata nel 2025

Jurgen Habermas Scienza e tecnologia come ideologia

Esce a ottobre 2025 la nuova edizione del libro Scienza e tecnologia come ideologia, di Jurgen Habermas : un classico per riflettere su tecnica, potere e democrazia.

Roma, luglio 2025 — Torna nelle librerie italiane a ottobre Scienza e tecnologia come “ideologia”, uno dei saggi più influenti di Jurgen Habermas, filosofo e sociologo tra i massimi esponenti della Scuola di Francoforte. L’opera, pubblicata per la prima volta in tedesco nel 1968 e successivamente tradotta in italiano nei primi anni Settanta, è considerata un classico per comprendere il rapporto tra razionalità scientifica, potere politico ed emancipazione sociale.

La nuova edizione 2025, curata con apparato critico rinnovato, propone anche un’introduzione aggiornata per contestualizzare il pensiero di Habermas alle sfide del XXI secolo: intelligenza artificiale, biotecnologie, algoritmi e la crescente dipendenza dalle tecnologie digitali.

Una critica alla razionalità strumentale

Nel testo, Habermas analizza come la scienza e la tecnologia, pur nate per rispondere a bisogni conoscitivi e pratici, rischino di trasformarsi in strumenti di dominio. Egli parla infatti di una “razionalità strumentale” che, invece di promuovere la liberazione dell’uomo, può diventare meccanismo di controllo sociale e di riproduzione del potere economico e politico.

Questa visione anticipa molte riflessioni odierne sul capitalismo digitale, sui rischi di sorveglianza di massa e sulle derive tecnocratiche che minacciano la democrazia. Habermas sottolinea che la ragione, per essere davvero emancipatrice, deve restare aperta al confronto democratico, alla comunicazione autentica e al dibattito critico, non appiattirsi su meri calcoli di efficienza o utilità.

Attualità di un classico

L’introduzione alla nuova edizione italiana aiuterà i lettori a rileggere Habermas alla luce delle sfide attuali:

  • come evitare che l’IA diventi nuovo strumento di esclusione sociale?

  • quali limiti etici porre allo sviluppo incontrollato delle biotecnologie?

  • come preservare il valore della decisione democratica nell’epoca degli algoritmi?

Scienza e tecnologia come “ideologia” offre ancora oggi un linguaggio critico utile per affrontare questi interrogativi, restituendo centralità alla responsabilità politica e alla riflessione etica nel governo della tecnica.

Un altro aspetto rilevante che emerge dal pensiero di Jurgen Habermas riguarda la tensione tra conoscenza tecnica e razionalità comunicativa. Habermas denuncia come la società contemporanea tenda a privilegiare soluzioni tecniche e strumentali anche in ambiti che richiederebbero invece un confronto aperto tra cittadini. Per il filosofo tedesco, ridurre ogni problema a questione tecnica significa impoverire il dibattito pubblico e allontanare le persone dalla possibilità di decidere consapevolmente sul proprio futuro.

La nuova edizione italiana di Scienza e tecnologia come “ideologia” rappresenta dunque un’occasione preziosa per riscoprire un autore che invita a non cedere all’illusione di risposte semplicistiche. Solo recuperando spazi di dialogo democratico, infatti, possiamo garantire che scienza e tecnologia restino al servizio dell’uomo, invece di diventare strumenti di potere incontrollato.

Il contesto storico dell’opera

Quando Jurgen Habermas pubblicò Scienza e tecnologia come “ideologia” nel 1968, l’Europa e gli Stati Uniti erano attraversati da profondi cambiamenti sociali e politici. La contestazione studentesca, la crisi dei modelli autoritari, le rivoluzioni culturali e la sfiducia verso le istituzioni tradizionali alimentavano la ricerca di nuove forme di partecipazione democratica. In questo scenario, Habermas denunciò come la scienza e la tecnologia — apparentemente neutrali — potessero essere piegate a interessi di potere, diventando un’alibi ideologico per giustificare disuguaglianze e forme di dominio. Il testo divenne così un punto di riferimento per i movimenti critici verso il tecnocapitalismo nascente e continua a rappresentare una bussola preziosa per chi interroga oggi l’impatto etico della tecnologia sulla vita collettiva.

Perché rileggerlo oggi

A più di cinquant’anni dalla prima edizione, il testo resta uno strumento prezioso per studiosi, studenti e cittadini interessati a capire come la scienza e la tecnica possano servire la persona e la società solo se orientate da valori di giustizia, partecipazione e trasparenza.

Habermas invita infatti a non cedere all’illusione di una neutralità assoluta della tecnica, ricordando che ogni scelta scientifica è anche una scelta sociale e politica, con conseguenze che vanno discusse pubblicamente.

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