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Intelligenza artificiale e bene comune : il messaggio di Papa Leone XIV all’AI for Good Summit 2025

Papa Leone XIV messaggio AI for Good Summit 2025

Papa Leone XIV, tramite il Cardinale Parolin, ha inviato un messaggio all’AI for Good Summit 2025: l’intelligenza artificiale deve essere guidata da principi etici e centrata sulla dignità umana per servire il bene comune.

A Ginevra l’appello per una governance globale fondata sulla dignità umana.

In occasione dell’AI for Good Summit 2025, svoltosi il 10 luglio a Ginevra, Papa Leone XIV ha voluto far giungere il proprio messaggio ai partecipanti tramite una lettera firmata dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. L’evento, organizzato dall’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) in collaborazione con altre agenzie delle Nazioni Unite e il Governo svizzero, ha rappresentato un momento di riflessione cruciale sul ruolo crescente dell’intelligenza artificiale nello sviluppo umano, tecnologico e sociale.

Papa Leone XIV: la rivoluzione digitale chiede responsabilità e discernimento

Nel messaggio, il Santo Padre sottolinea che l’umanità si trova a un bivio di fronte all’immenso potenziale generato dalla rivoluzione digitale guidata dall’intelligenza artificiale. Le sue implicazioni sono profonde e pervasive: educazione, lavoro, arte, sanità, comunicazione, governo e ambito militare sono tutti settori interessati da trasformazioni radicali.

Questa “trasformazione epocale”, ha affermato il Papa, richiede discernimento e responsabilità, affinché l’intelligenza artificiale sia realmente posta al servizio del bene comune, promuovendo fraternità e dialogo, e non diventi strumento di esclusione o disuguaglianza.

I limiti dell’IA: efficienza senza coscienza

Nel testo firmato dal Cardinale Parolin, si evidenzia che, sebbene l’intelligenza artificiale sia in grado di simulare il ragionamento umano e compiere compiti specifici con velocità e precisione sorprendenti, non può sostituire il discernimento morale o la capacità di entrare in relazione autentica con l’altro.

Per questo motivo, lo sviluppo delle tecnologie intelligenti deve procedere di pari passo con la promozione dei valori umani, della coscienza morale, della responsabilità individuale e collettiva. Non è un caso, ha ricordato il Pontefice, che l’attuale rivoluzione tecnologica spinga molti a interrogarsi su cosa significhi essere umani e quale sia il ruolo dell’uomo nel mondo.

Una governance etica locale e globale

Il Santo Padre invita a non affidarsi esclusivamente a criteri di utilità o efficienza, ma a promuovere modelli normativi e gestionali etici, radicati nel riconoscimento della dignità e dei diritti fondamentali della persona. La responsabilità dell’uso etico dell’IA non ricade solo sugli sviluppatori, ma anche sugli utilizzatori e sugli organi che ne regolano l’impiego.

L’obiettivo ultimo, afferma il Papa, deve essere quello di contribuire alla tranquillitas ordinis, come la definiva Sant’Agostino nella Città di Dio: un ordine sociale pacifico e giusto, capace di promuovere lo sviluppo umano integralee il bene della famiglia umana nel suo insieme.

Appello alla cooperazione internazionale

In un passaggio significativo del messaggio, il Santo Padre incoraggia i partecipanti al Summit a cercare chiarezza eticae a collaborare per una governance dell’IA coerente, multilivello e orientata alla dignità umana. Solo un impegno condiviso può garantire che l’IA contribuisca realmente a una società più giusta, solidale e fraterna.

Il Papa, conclude Parolin, assicura la sua preghiera per tutti coloro che lavorano perché l’intelligenza artificiale diventi uno strumento di sviluppo umano e pace, piuttosto che una nuova fonte di dominio o esclusione.

Intelligenza artificiale e visione cristiana dell’uomo

Il messaggio del Santo Padre Leone XIV all’AI for Good Summit 2025 rappresenta un forte richiamo a non separare il progresso tecnologico dal rispetto per l’uomo. In un’epoca di cambiamenti rapidi e talvolta disorientanti, la Chiesa offre una visione antropologica centrata sulla dignità della persona, come criterio guida per lo sviluppo delle nuove tecnologie.

Nel quadro del magistero sociale cattolico, la tecnologia non è mai neutra: può servire alla fratellanza e alla giustizia, oppure contribuire ad accrescere le disuguaglianze e l’emarginazione. Per questo, la comunità internazionale ha oggi una responsabilità morale e culturale nel plasmare un futuro digitale che sia realmente “per il bene”, e non solo per l’efficienza.

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