Fisico, filosofo e teologo, Mariano Artigas ha dedicato la sua vita a costruire ponti tra ricerca scientifica e riflessione teologica, diventando un punto di riferimento per chi crede nella complementarità tra fede e ragione.
Un profilo biografico e accademico
Mariano Artigas (1938-2006) è stato una delle figure più significative del dialogo contemporaneo tra scienza e fede. Nato a Zaragoza, in Spagna, si formò dapprima come fisico presso l’Università di Barcellona, sviluppando competenze nell’ambito delle scienze naturali, per poi dedicarsi anche alla filosofia e alla teologia.
Ordinato sacerdote nel 1964, entrò nella Prelatura dell’Opus Dei, un contesto che gli permise di unire la dimensione pastorale con quella intellettuale. La sua carriera lo portò a insegnare filosofia della scienza e teologia naturale, collaborando con diverse istituzioni accademiche internazionali.
Docente all’Università di Navarra, fu autore di numerosi volumi che hanno contribuito ad aprire spazi di confronto tra discipline spesso considerate distanti. La sua formazione scientifica gli consentì di affrontare le questioni filosofiche e teologiche con un approccio rigoroso e critico, evitando semplificazioni e contrapposizioni ideologiche.
Un pensatore al crocevia tra fisica e filosofia
Il tratto distintivo di Artigas fu la capacità di coniugare scienza e filosofia. Per lui, la scienza moderna non era una minaccia alla fede, ma un terreno fertile di dialogo.
Sottolineava che la filosofia della scienza non può esaurirsi nello studio dei metodi sperimentali, ma deve aprirsi alle grandi domande di senso: l’origine dell’universo, il ruolo della causalità, la comprensibilità del cosmo.
Nei suoi scritti ribadiva che la razionalità scientifica e la riflessione teologica sono due prospettive complementari: la prima si concentra sul come funziona la realtà, la seconda sul perché ultimo dell’esistenza. Questa complementarità rappresentava per Artigas il cuore del rapporto tra fede e ragione.
Le opere principali
Tra i suoi lavori più noti si ricordano:
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La mente del cosmo (The Mind of the Universe) – pubblicato in inglese nel 2000, in cui indaga la razionalità intrinseca dell’universo e il legame tra scienza e metafisica.
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Filosofia della scienza. Scienza e verità – manuale che ha formato generazioni di studenti, offrendo un quadro rigoroso dei metodi scientifici e della loro apertura filosofica.
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Il miraggio dell’ateismo scientifico – un testo critico nei confronti delle posizioni riduzionistiche che negano ogni spazio al trascendente.
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Filosofia della natura – opera che riflette sulla struttura e sul dinamismo del mondo naturale, integrando scoperte scientifiche e riflessioni metafisiche.
In tutte queste opere emerge la sua convinzione che la scienza, per quanto potente, non può rispondere a tutte le domande: è la filosofia, insieme alla teologia, a completare il quadro della conoscenza.
Artigas e il dibattito contemporaneo
Mariano Artigas visse e scrisse in un’epoca segnata da forti tensioni tra scienza e religione. Il diffondersi di correnti scientiste e materialiste, insieme al dibattito sull’evoluzionismo, rese urgente una riflessione più equilibrata.
Artigas rifiutava tanto l’idea di una scienza “onnipotente”, quanto quella di una fede “cieca”. Per lui il vero pericolo era la separazione dei saperi, che conduce a una frammentazione culturale incapace di affrontare le grandi sfide etiche, ecologiche e sociali.
In questo senso, il suo pensiero resta attuale: le sue analisi sul riduzionismo, sulla responsabilità morale della scienza e sull’urgenza di una visione integrale dell’uomo risuonano anche nei dibattiti odierni su intelligenza artificiale, biotecnologie e sostenibilità.
Una testimonianza per il futuro
Oltre ai suoi libri, Artigas ha lasciato un’impronta attraverso la formazione di studenti e ricercatori. Il suo metodo, improntato al rigore scientifico e al dialogo aperto, continua a ispirare chi si occupa di filosofia della scienza e di teologia.
Il suo esempio mostra che non è necessario scegliere tra fede e scienza, ma che è possibile abbracciarle entrambe con onestà intellettuale. Per questo, la figura di Artigas può essere considerata un testimone di unità culturale, capace di offrire un modello a chi oggi cerca percorsi di integrazione tra discipline diverse.
La riflessione di Mariano Artigas si inserisce naturalmente nell’orizzonte di progetti come SRM – Science and Religion in Media, o Fede e Ragione, che mirano a favorire un dialogo interdisciplinare e interculturale. Le sue opere sono un invito a non fermarsi a un sapere frammentario, ma a recuperare l’armonia tra conoscenza scientifica e dimensione spirituale.
In tempi in cui la cultura sembra oscillare tra tecnocrazia e relativismo, Artigas ricorda che la vera razionalità è aperta, capace di unire metodo sperimentale e apertura metafisica, progresso tecnologico e responsabilità etica, fede personale e ricerca universitaria.
Conclusione
Mariano Artigas resta un riferimento imprescindibile per chiunque voglia approfondire il dialogo tra scienza e fede. La sua biografia intellettuale testimonia che la ricerca della verità non si esaurisce nei laboratori, né si limita ai dogmi religiosi, ma cresce nel confronto rispettoso tra discipline, culture e prospettive.
La sua voce continua a indicare una strada: credere che fede e ragione non siano in conflitto, ma due ali con cui lo spirito umano si innalza verso la verità, come scriveva Giovanni Paolo II. Per questo, Artigas non è soltanto una figura storica, ma un ispiratore per i percorsi culturali attuali.
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