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Sei testimonianze che ispirano : quando la fede sostiene la carriera scientifica

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Le storie di sei scienziati britannici di origini africane, che mostrano come fede e scienza possano dialogare, offrendo etica, coraggio e speranza nella ricerca e nella vita quotidiana

Fede e scienza, un dialogo spesso frainteso

Per secoli si è discusso del rapporto tra fede e scienza, spesso contrapposte come due realtà inconciliabili: da un lato la razionalità della ricerca sperimentale, dall’altro la spiritualità, il mistero e la tradizione religiosa. Tuttavia, le testimonianze raccolte da Keep The Faith il 2 ottobre 2025 mostrano un’altra prospettiva. Sei scienziati di origini africane raccontano come la loro fede cristiana non solo non sia un ostacolo, ma sia una fonte di forza, ispirazione ed equilibrio nella loro carriera scientifica.

Doye Agama : fede e sistemi interconnessi

L’arcivescovo Doye Agama, con un passato da ingegnere delle telecomunicazioni, interpreta il suo lavoro come la scoperta di un grande mosaico di relazioni. La scienza dei sistemi lo ha aiutato a vedere connessioni invisibili, e la fede gli ha dato gli strumenti per comprenderne il significato profondo.

Per Agama, la creazione è la prima rivelazione di Dio: un universo armonico dove ogni elemento ha senso solo se considerato in relazione agli altri. La sua visione ribalta l’idea che fede e scienza siano opposte: entrambe, al contrario, conducono alla stessa verità.

Nasya Burke : tecnologia e immaginazione guidata dallo Spirito

Nasya Burke lavora nel settore dell’intelligenza artificiale applicata al marketing. Provenendo da una comunità dove spesso la scienza è percepita come distante o addirittura contraria alla fede, ha dovuto affrontare lo stereotipo di una scienza “fredda” e “senza anima”.

La sua esperienza dimostra che la fede può illuminare il lavoro tecnologico, offrendo una “immaginazione guidata dallo Spirito”. Burke sottolinea quanto sia importante che le voci delle comunità credenti, soprattutto pentecostali e nere, siano presenti nel dibattito sull’AI: senza di esse, il progresso rischia di perdere bussola etica e umana.

Shavel Silvera : la medicina oltre i dati

La dottoressa Shavel Silvera porta il suo contributo nel campo medico. Per lei, la scienza è uno strumento indispensabile per diagnosticare e curare, ma la fede la aiuta a guardare ogni paziente come una persona unica e irripetibile, non riducibile a parametri clinici.

La sua prospettiva evidenzia che la medicina non può limitarsi alla tecnica: deve includere ascolto, compassione, accompagnamento umano. La fede diventa così ciò che completa e arricchisce la scienza, ricordando che il senso ultimo della cura è rispettare la dignità della vita.

Egla Aitkens : tra ricerca oncologica e ministero pastorale

Reverend Egla Aitkens vive una vocazione doppia: infermiera, ricercatrice oncologica e, insieme, guida spirituale. Nelle sue comunità di riferimento, la scienza è spesso vista con diffidenza. Per questo, il suo lavoro è anche missione culturale: dimostrare che fede e medicina non sono mondi separati, ma parti di un cammino comune.

Aitkens cita il Vangelo della donna con perdite di sangue (Lc 8,43-48), che spese tutto in cure senza guarire finché non incontrò Gesù. Per lei, questa figura rappresenta il punto di incontro tra ricerca e fede: entrambe possono condurre alla speranza, se integrate con umiltà.

Selena Flemming : la scienza della bellezza come dono

Selena Flemming lavora nel campo della cosmetica scientifica. La sua è una prospettiva particolare: formulare prodotti non è un semplice esercizio tecnico, ma un modo di onorare la sapienza di Dio nella creazione.

Per lei, la bellezza ha un valore spirituale, non superficiale: riflette l’armonia della natura e la dignità della persona. In questo senso, la sua attività scientifica diventa una forma di culto quotidiano, che unisce precisione di laboratorio e gratitudine verso il Creatore.

Neshalla Gray : biochimica e responsabilità etica

Neshalla Gray, docente di biochimica, racconta che la fede non le ha dato “risposte facili”, ma una prospettiva più ampia. Insegna ai suoi studenti a essere curiosi, a fare domande, ma anche ad assumersi la responsabilità etica di ogni scelta.

La sua esperienza ribadisce che fede e scienza non si escludono: la fede sostiene il desiderio di verità, mentre la scienza offre strumenti per comprenderla. Per Gray, il laboratorio e la preghiera non sono opposti, ma complementari.

Un filo comune

Queste sei testimonianze mettono in luce alcuni aspetti condivisi:

  • la fede non è un ostacolo, ma un motore che alimenta l’impegno scientifico;

  • il rapporto con l’altro, che sia paziente, studente o comunità, è al centro della ricerca;

  • l’etica è parte integrante della scienza, e la fede la rende concreta;

  • resistere agli stereotipi è parte del percorso, soprattutto nelle comunità dove scienza e fede sono percepite come mondi separati.

Scienza e fede : due percorsi verso la stessa verità

L’articolo di Keep The Faith ricorda che la scienza cerca di spiegare il “come”, mentre la fede indica il “perché”. Insieme, queste due dimensioni aiutano l’essere umano a non perdere la rotta. Le sei testimonianze lo dimostrano con forza: integrare scienza e fede significa vivere la propria vocazione professionale e spirituale in modo più pieno, più autentico, più umano.

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