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News dicembre 2011

Fede e ateismo contemporaneo

“Che fine ha fatto l’ateismo contemporaneo?”, si chiede in un recente articolo su L’Osservatore Romano il filosofo Adriano Pessina, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. In realtà, come spiega lui stesso nell’articolo, l’ateismo non è scomparso: si è solamente ricollocato su differenti posizioni intellettuali e culturali, che però affondano comunque le loro radici in pensatori come Sartre, Nietzsche o Freud. Così, “se fino a qualche anno fa […] l’ateismo si presentava in primo luogo dentro lo spazio pragmatico dell’irreligiosità e dell’indifferenza, oggi assistiamo a una duplice svolta”.

Da una parte ha preso nuovo vigore l’ateismo teoretico, che superati pensatori come Marx e i già citati Nietzsche o Freud, è approdato all’attuale neodarwinismo e alle posizioni agnostiche, se non negazioniste, di ambienti intellettuali neuroscientifici materialisti e deterministi. Dall’altra, il tentativo di imporre l’ateismo come una presunta “nuova forma di moralità”, coinvolgente le moderne biotecnologie, se non da esse stesse definita, in una logica di paradossale coincidenza tra etica e possibilità tecnologiche.

Link SRM, cortesia L’Osservatore Romano

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