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Controllo: la storia oscura e il presente preoccupante dell’eugenetica

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Libri: Controllo, la storia oscura e il presente preoccupante dell’eugenetica

“In che modo un’oscura idea accademica ha aperto la strada all’Olocausto in soli cinquant’anni?” Questa la domanda a cui cerca di rispondere il libro Control: The Dark History and Troubling Present of Eugenics. Controllo: la storia oscura e il presente preoccupante dell’eugenetica. ISBN: 978-1-324-03560-2.

Il volume, pubblicato da W. W. Norton and Company, vuole pure raccontare i molti tentativi di trasformare l’idea eugenetica in una realtà, che avrebbe trasformato le società umane in allevamenti. E un modo per cercare di impedire che tali tentativi non si ripetano.

L’autore, il genetista britannico Adam Rutherford, parte dalla constatazione che durante la storia umana “le persone hanno cercato di migliorare la società riducendo la sofferenza, eliminando le malattie o migliorando le qualità desiderabili nei loro figli”. Allo stesso tempo però, si è cercato “di imporre il controllo su chi può sposarsi, chi può procreare” e persino chi può vivere.

Già nell’era vittoriana, “all’ombra delle idee di Darwin sull’evoluzione”, si manifesta un nuovo tentativo “di imporre il controllo sulla nostra biologia indisciplinata”. Una idea che “iniziò a crescere nei club, nei salotti e negli uffici dei potenti”, e che si esprimeva “in un movimento politico che imbastardiva la scienza e per sessant’anni godette di un grande sostegno popolare bipartisan”.

L’eugenetica non è purtroppo rimasta solo una tentazione politica e sociale, è stata invece accolta e sostenuta da molti paesi, e ha costituito una delle “pietre angolari dell’ideologia nazista”, definendo “un percorso che portava direttamente alle porte di Auschwitz”. Con persistenti idee di fondo che “non sono solo storiche”. Perché “l’eredità dell’eugenetica persiste nella nostra lingua e letteratura, dalle parole idiota e imbecille”, al modo in cui queste idee si manifestano in alcune delle più importanti opere artistiche e culturali. Fino ad arrivare, ad oggi, alle nuove tecniche di editing genetico. Che rischiano di rendere reale l’idea di manipolare il DNA dei nuovi nati, per avere cittadini “più intelligenti, più in forma, più forti”.

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