Un’analisi filosofica della visione del Pontefice sulla coesistenza di fede e ragione nella ricerca della verità ultima.
Nell’udienza generale del 1° maggio 2024, Papa Francesco ha esaminato la relazione tra fede e ragione, temi centrali nella filosofia e nella teologia cristiana. La sua riflessione offre un approccio profondamente intriso di una comprensione teologica, pur rimanendo aperto agli interrogativi della ragione umana.
Il Papa ha collocato la fede al centro delle virtù teologali, sottolineando che essa non è un semplice assenso a dogmi o una mera eredità culturale, ma un’apertura attiva e consapevole all’agire di Dio nella vita del credente. Questa fede non si contrappone alla ragione; piuttosto, la completa. Infatti, la ragione e la fede sono viste non come antagoniste, ma come due ali che elevano lo spirito umano verso la verità completa.
La fede è presentata come una risposta all’iniziativa divina, un atto di fiducia che trascende la mera accettazione intellettuale e si radica nell’esperienza personale del divino, come evidenziato dall’esempio di Abramo, il quale risponde all’appello di Dio con un atto di fiducia totale che va oltre la logica umana.
Inoltre, Papa Francesco affronta la questione del rapporto tra fede e paura. La paura è descritta come la principale antagonista della fede, non la ragione. Questo punto è cruciale, poiché distingue la fede da un irrazionalismo cieco; la fede è un assenso fiducioso alla presenza e alla provvidenza di Dio anche, e soprattutto, nei momenti di incertezza e di prova.
La lezione del Vangelo della tempesta placata serve a illustrare come la fede debba essere attiva e non passiva. I discepoli, pur avendo Gesù fisicamente presente con loro, cedono alla paura. La fede richiede una comprensione che va oltre la percezione sensoriale immediata; essa chiede di riconoscere la presenza di Dio anche quando non è immediatamente evidente.
In sintesi, la catechesi di Papa Francesco mostra che la fede, pur essendo un dono divino, richiede un’adesione personale e cosciente che integra la ragione umana piuttosto che escluderla. Questa integrazione offre una visione più completa dell’esistenza umana e della ricerca della verità, suggerendo che la fede e la ragione, quando correttamente comprese e vissute, si potenziano reciprocamente nella loro comune aspirazione alla verità ultima.
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