Le norme presentate dal Dicastero per la Dottrina della Fede mirano a discernere presunti fenomeni soprannaturali come apparizioni e visioni, tenendo conto dell’azione divina nella storia e dei frutti spirituali che questi eventi possono portare. Questi fenomeni possono arricchire la fede, ma possono anche nascondere insidie che richiedono un attento discernimento ecclesiale.
Revisione delle Norme del 1978
Le norme precedenti, approvate nel 1978, sono state riviste a causa della loro inefficacia nel fornire un discernimento tempestivo. Le nuove norme sono state approvate dal Santo Padre il 4 maggio 2024, dopo una serie di consultazioni e revisioni iniziata nel 2019.
Ragioni della nuova stesura
In passato, dichiarazioni troppo positive dei Vescovi su presunti fenomeni soprannaturali hanno portato a confusione tra i fedeli. La nuova stesura evita dichiarazioni di soprannaturalità, proponendo invece sei possibili conclusioni che consentono un discernimento più flessibile e prudente.
Nuovi aspetti
Le nuove norme introducono sei possibili determinazioni finali, sostituendo di norma la dichiarazione di soprannaturalità con un “Nihil obstat”, che indica la possibilità di una devozione prudente senza obbligare i fedeli a crederci. Queste determinazioni permettono una gestione pastorale più adeguata e tempestiva.
Orientamenti Generali
Il discernimento deve valutare l’azione divina nei fenomeni, l’ortodossia dottrinale, i frutti spirituali e i possibili rischi. Le conclusioni possibili sono:
- Nihil obstat: riconoscimento di segni positivi senza criticità significative.
- Prae oculis habeatur: presenza di segni positivi ma con alcuni elementi confusi.
- Curatur: elementi critici presenti ma con frutti spirituali significativi.
- Sub mandato: criticità legate a individui o gruppi specifici.
- Prohibetur et obstruatur: criticità gravi che richiedono un divieto.
- Declaratio de non supernaturalitate: dichiarazione di non soprannaturalità basata su evidenze concrete.
Procedure da seguire
La fase istruttoria coinvolge il Vescovo diocesano, che può costituire una commissione per raccogliere e valutare le testimonianze e le evidenze. La fase valutativa utilizza criteri positivi (credibilità dei soggetti, ortodossia dottrinale, frutti di vita cristiana) e negativi (errori dottrinali, ricerca di lucro, psicosi). La fase conclusiva prevede che il Vescovo trasmetta il proprio giudizio al Dicastero, che approverà o meno la determinazione proposta.
Conclusione
Queste nuove norme garantiscono un discernimento più veloce e chiaro, evitando dichiarazioni definitive di soprannaturalità e promuovendo una gestione pastorale prudente. Riconoscono l’azione dello Spirito Santo e offrono linee guida per salvaguardare la fede e il bene spirituale dei fedeli.
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