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La perdita di diversità genetica minaccia la sopravvivenza delle specie

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La diversità genetica è in diminuzione in due terzi delle specie studiate: urgente agire per preservare la biodiversità globale.

Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature rivela una preoccupante tendenza: la diversità genetica è diminuita in oltre il 66% delle 628 specie analizzate negli ultimi trent’anni. Questo fenomeno, causato principalmente da attività umane, rappresenta una minaccia concreta per la sopravvivenza a lungo termine di molte specie. La perdita di diversità genetica può compromettere la capacità delle popolazioni di adattarsi a cambiamenti ambientali e malattie, rendendole più vulnerabili all’estinzione.

Le cause della perdita di diversità genetica

I ricercatori, guidati da Catherine Grueber, hanno esaminato i dati di 882 studi condotti tra il 1985 e il 2019. Le specie coinvolte comprendevano animali (84,7%), piante (12,7%), funghi (1,9%) e cromisti (0,6%). La frammentazione degli habitat, gli eventi climatici estremi e l’introduzione di specie invasive sono stati identificati come i principali fattori di pressione. “L’attività umana, attraverso la distruzione degli ecosistemi, sta riducendo la variabilità genetica necessaria alla resilienza delle popolazioni naturali,” sottolineano gli autori.

Il problema è particolarmente acuto per gli uccelli e i mammiferi, che hanno mostrato le maggiori perdite di diversità genetica. Tuttavia, gli effetti variano tra i diversi ecosistemi: le specie marine hanno registrato una riduzione meno uniforme rispetto a quelle terrestri, che costituiscono oltre il 90% dei dati analizzati.

Conservare specie e biodiversità

Lo studio ha evidenziato che soltanto meno della metà delle popolazioni colpite da minacce ecologiche è stata oggetto di interventi di conservazione. Le misure di tutela, come l’introduzione di nuovi individui nelle popolazioni a rischio (supplementazione), si sono rivelate efficaci nel rallentare o arrestare la perdita di diversità genetica. “Le azioni di conservazione hanno dimostrato il loro potenziale per preservare la biodiversità, ma sono ancora insufficienti rispetto alla portata delle minacce,” affermano gli studiosi.

Il declino genetico è stato osservato anche in specie non soggette a specifici eventi ecologici avversi, indicando una perdita di fondo probabilmente legata a fattori globali come l’inquinamento o i cambiamenti climatici. Questo dato sottolinea l’importanza di una gestione sostenibile degli ecosistemi per prevenire ulteriori danni.

Azioni future per proteggere la biodiversità

I risultati dello studio costituiscono un importante riferimento per migliorare le strategie di conservazione. Interventi mirati, supportati da dati genetici, possono massimizzare l’efficacia delle azioni di tutela. I ricercatori raccomandano l’implementazione di piani a lungo termine che includano sia la protezione degli habitat naturali che il monitoraggio genetico delle popolazioni.

L’urgenza di agire è chiara: “Fermare la perdita di diversità genetica è essenziale non solo per la conservazione delle specie, ma anche per garantire la stabilità degli ecosistemi da cui dipende la nostra sopravvivenza,” concludono gli autori.

Questo studio rappresenta un monito per tutte le nazioni a intensificare gli sforzi di conservazione delle specie e della bioviersità, soprattutto in un momento storico in cui la crisi climatica e l’impatto umano minacciano la biodiversità globale.

Leggi l’articolo Nature: Global meta-analysis shows action is needed to halt genetic diversity loss. DOI 10.1038/s41586-024-08458-x

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