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UAP – UFO ? Studio su Scientific Reports collega test nucleari, flash astronomici e avvistamenti

giornalista ufo uap

Uno studio su Scientific Reports trova una correlazione statistica tra test nucleari, lampi visibili negli archivi astronomici e avvistamenti UAP negli anni ’50

Analizzando oltre 100 000 fotografie d’archivio, i ricercatori trovano un aumento statistico degli “scatti” di luce dopo esperimenti nucleari e segnalazioni di fenomeni aerei, aprendo nuove domande sul nostro cielo pre-Sputnik

Nel mese di ottobre 2025 è stato pubblicato su Scientific Reports uno studio che ha suscitato immediatamente interesse nel mondo astronomico, della sicurezza e dei fenomeni aerei non identificati (UAP). Il lavoro — titolato Transients in the Palomar Observatory Sky Survey (POSS‑I) may be associated with nuclear testing and reports of unidentified anomalous phenomena — ha analizzato una enorme mole di dati storici per verificare se vi fossero correlazioni significative tra tre fenomeni: test nucleari atmosferici, “transienti” luminosi registrati in fotografie del cielo degli anni ’50 e segnalazioni UAP. Vedi ResearchGate

Che cosa sono i “transienti”?

Per “transienti” gli autori intendono lampi o punti di luce che compaiono e scompaiono rapidamente — in questo caso in fotografie astronomiche della prima survey fotografica del cielo, la Palomar Observatory Sky Survey (POSS-I), scattate tra il 1949 e il 1957. I ricercatori hanno rilevato che in quel periodo, circa l’11,4 % dei giorni analizzati conteneva almeno un transiente. Essi non compaiono nelle immagini prima o dopo, suggerendo che si trattasse di fenomeni rapidi o istantanei rispetto alle esposizioni fotografiche.

Il link con i test nucleari e gli avvistamenti UAP

Gli studiosi hanno incrociato la presenza di questi flash con due altri insiemi di dati: la cronologia dei test nucleari atmosferici condotti da USA, Regno Unito e Unione Sovietica in quegli anni, e il database pubblico UfoCAT che riunisce segnalazioni di fenomeni aerei non identificati (UAP) dal 1949 al 1957.

I risultati sono stati sorprendenti dal punto di vista statistico:

  • I giorni successivi a test nucleari presentavano una probabilità superiore del 68 % di contenere almeno un transiente rispetto ai giorni senza test.

  • Le segnalazioni UAP associate a quelli stessi giorni mostravano un aumento medio dell’8,5 % nei flash.

  • Nei giorni in cui test nucleari e avvistamenti UAP coincidevano, la frequenza dei transienti era “additiva” o superiore, indicando un effetto potenziato.

Gli autori propongono due ipotesi per spiegare il fenomeno:

  1. Un effetto atmosferico finora non documentato generato dai test nucleari, che potrebbe causare flash o riflessi visibili dall’osservatorio.

  2. (In forma più rischiosa) che i test nucleari possano “attirare” o essere osservati da fenomeni UAP, che a loro volta generano i transienti registrati. Tuttavia gli autori stessi considerano la prima ipotesi più probabile.

Quali implicazioni e quali limiti?

Lo studio apre orizzonti interessanti. Innanzitutto offre un approccio rigoroso — quantitativo, statistico — al tema degli UAP, spesso trattato in modo soggettivo o aneddotico. In secondo luogo suggerisce che nei primi anni dell’era spaziale, ben prima dei satelliti, vi fossero fenomeni visibili che meritano spiegazione. Come sottolineato dalla università svedese, lo studio “mostra connessioni statistiche” tra test nucleari atmosferici e avvistamenti UAP – UFO, attraverso i transienti fotografici.

Tuttavia, lo studio ha anche limiti non trascurabili. I dati UAP sono basati su un archivio storico di segnalazioni, che possono contenere errori, bias di osservazione, interpretazioni soggettive. Gli stessi autori riconoscono “rumore” nei dataset. Inoltre, l’identificazione dei “transienti” in lastre fotografiche digitalizzate può risentire di artefatti, difetti della pellicola o errori di scansione. Alcuni critici hanno osservato che alternative più semplici (meteore, satelliti, riflessi) non sono escluse.

Perché interessa anche alla comunicazione, religione e società?

Per il giornale SRM – Science and Religion in Media e per una riflessione giornalistica più ampia, lo studio apre temi interdisciplinari:

  • La fiducia nella scienza e nell’osservazione: l’analisi di eventi “misteriosi” attraverso archivi storici.

  • Il rapporto tra tecnologia militare (test nucleari), esplorazione spaziale (osservazioni pre-Sputnik) e fenomeni ancora non spiegati.

  • Le implicazioni etiche: se fenomeni anomali esistono, che ruolo ha la comunità scientifica nel monitorarli, comprenderli e comunicarli?

  • Il rapporto tra visione del cielo, posto dell’uomo nell’universo, e il “non ancora spiegato”: tematiche care anche al dialogo tra scienza e religione.

Conclusione

Lo studio pubblicato su Scientific Reports rappresenta un passo significativo nel campo dello studio dei fenomeni aerei non identificati e della loro possibile relazione con test nucleari atmosferici. Non afferma che gli UAP siano extraterrestri, ma che esista una correlazione statistica rilevante con fenomeni che meritano approfondimento. Per i lettori di SRM è una opportunità per riflettere su come la scienza affronti l’ignoto, su come il cielo possa rivelare tracce del passato e su come la tecnologia, la guerra, la curiosità umana si intersechino in modi che solo adesso cominciamo a comprendere.

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