Intervenendo al Convegno organizzato da Finmeccanica (v. notizia precedente) il Segretario di Stato Vaticano, card. Tarcisio Bertone ha esortato “a valorizzare appieno queste ricorrenze, per allargare la comune riflessione sui sorprendenti sviluppi della scienza contemporanea” non solamente considerando i “progressi scientifici e tecnici in senso stretto”, ma anche “l’apporto della riflessione filosofica e dall’attenzione ai risvolti e alle implicanze etico-morali, religiose, politiche e sociali che la ricerca comporta”.
Una esigenza “sempre più avvertita nella nostra epoca, date le enormi potenzialità che la tecnica offre agli scienziati”, e considerando anche le “enormi capacità degli strumenti della comunicazione che permettono di raggiungere obbiettivi sino a poco tempo fa inimmaginabili”.
La scienza attuale, ha spiegato, nasce con Galileo, con “quella trasformazione della natura del conoscere, nota come rivoluzione scientifica, dove la ragione si costituisce su nuove basi e viene concepita come un modo di pensare matematico”. La scienza diventa così non più contemplazione, ma “attento lavoro di decifrazione”, e il sapere viene “fondato sulla verità sperimentale”, scontrandosi “con la concezione della verità basata sulle certezze della tradizione”.
Ne è derivata così “una nuova mentalità, una nuova logica e un mutamento dell’atteggiamento dell’uomo nei confronti della natura”, ma allo stesso tempo anche molti “complessi interrogativi, e problemi di diversa natura”, tra cui “problematiche di carattere etico e filosofico a motivo del suo crescente impatto antropologico e sociale”.
Oggi quindi è necessaria “un’attenta e profonda riflessione sulla natura, sulle finalità e sui limiti della ricerca tecnica e scientifica”, limiti che vanno valutati “considerando il sapere scientifico nel contesto dei saperi elaborati dall’uomo, in senso operativo, valutandone le motivazioni e le implicazioni etico-sociali.”
Come scriveva Papa Giovanni Paolo II , oggi «si impone un rinnovamento morale, se si vuole che le risorse scientifiche e tecniche di cui il mondo dispone attualmente siano messe al servizio dell’uomo.»
La soluzione può essere imitare Galileo, “uomo di scienza”, ma anche , “uomo di fede” che coltivava “con amore la sua fede e le sue profonde convinzioni religiose”, e che “vedeva la natura come un libro il cui autore è Dio”.
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Paolo Centofanti
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