Umanesimo digitale, nell’era delle tecnologie e della comunicazione globale.
Dal testo Umanesimo digitale: dal cogito ergo sum al digito ergo sum ? Di Paolo Centofanti, SRM Science and Religion in Media. Il testo è tratto dall’intervento integrale pubblicato su GERBERTVS, vol. 2 2011 – 61, vedi link a fine articolo.
Abstract
I nuovi mezzi di comunicazione, come ad esempio il web, i social networks, insieme al perfezionamento e potenziamento digitale dei mezzi preesistenti, come la televisione, la radio, la stampa, hanno creato in questi ultimi anni grandi opportunità, ma hanno anche determinato un cambiamento dei paradigmi della comunicazione, dell’efficacia e del modo con cui tali media possono raggiungerci, del modo con cui ci rapportiamo con essi e del modo con cui ci relazioniamo con gli altri esseri umani.
Umanesimo digitale: dal cogito ergo sum al digito ergo sum ?
I nuovi mezzi di comunicazione, come ad esempio il web, i social networks, insieme al perfezionamento e potenziamento digitale dei mezzi preesistenti, come la televisione, la radio, la stampa, hanno creato in questi ultimi anni grandi opportunità, ma hanno anche determinato un cambiamento dei paradigmi della comunicazione, dell’efficacia e del modo con cui tali media possono raggiungerci, del modo con cui ci rapportiamo con essi e del modo con cui ci relazioniamo con gli altri esseri umani.
Già Papa Benedetto XVI, nel suo messaggio per la XVI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sul tema Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale, aveva affermato che “Le nuove tecnologie non stanno cambiando solo il modo di comunicare, ma la comunicazione in sé stessa” e stanno determinando “una vasta trasformazione culturale”, nel modo di informarsi, di conoscere e comprendere il mondo, ma anche nel modo di interpretarlo, di interpretare gli altri, di relazionarsi con loro.
Ecco quindi che le nuove possibilità offerte dai mezzi di comunicazione, insieme all’estensione del loro potere e al crescere dei pubblici potenzialmente raggiungibili, portano anche nuovi rischi per coloro che fruiscono dei mezzi di comunicazione, insieme a nuove e più ampie responsabilità per coloro che li utilizzano. Per ciò Benedetto XVI nel messaggio parla dell’esigenza di “uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale”, che “si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro”.
In questo senso si è espresso anche Papa Francesco nella sua prima udienza per i rappresentanti dei media, sabato 16 marzo 2013, parlando della Chiesa, della sua missione, e della sua difficoltà di comunicare sé stessa e di essere compresa; questo perché è una realtà differente da organizzazioni economiche, politiche o culturali: è una realtà “essenzialmente spirituale: è il Popolo di Dio, il Santo Popolo di Dio, che cammina verso l’incontro con Gesù Cristo”. Solamente “ponendosi in questa prospettiva si può rendere pienamente ragione di quanto la Chiesa Cattolica opera” oltre che comprenderla come entità, che esiste “per comunicare proprio questo: la Verità, la Bontà e la Bellezza in persona”. Per questa ragione, quindi “dovrebbe apparire chiaramente che siamo chiamati tutti non a comunicare noi stessi, ma questa triade esistenziale che conformano verità, bontà e bellezza”.
Link al testo integrale su Academia.edu: Umanesimo digitale: dal cogito ergo sum al digito ergo sum.
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