Nature: scienze sociali, sono le persone, e non la Ricerca Google, a scegliere fake news e notizie strumentali.
Scienze sociali: le persone, non la Ricerca Google, scelgono notizie false o partigiane. Il coinvolgimento con fake news o notizie inaffidabili è guidato da scelte di contenuti personali, piuttosto che dal contenuto presentato da algoritmi di ricerca web online, suggerisce uno studio pubblicato su Nature. I ricercatori hanno scoperto che la Ricerca Google non mostra in modo sproporzionato risultati che rispecchiano le convinzioni di parte dell’utente e che, invece, tali fonti vengono cercate attivamente dagli individui.
È stato suggerito che gli algoritmi dei motori di ricerca possano promuovere il consumo di contenuti che la pensano allo stesso modo, attraverso classifiche di ricerca politicamente distorte, tra le altre preoccupazioni. Tali suggerimenti sollevano preoccupazioni circa la coltivazione di “camere dell’eco” o “bolle di filtro” online che limitano l’esposizione dell’utente a opinioni contrarie e aggravano ulteriormente i pregiudizi esistenti.
Per verificare se i risultati della ricerca influenzano ciò che le persone scelgono di leggere, Ronald E. Robertson e colleghi hanno condotto uno studio a due ondate analizzando i dati di navigazione del computer durante due cicli elettorali statunitensi, con 262-333 partecipanti nel 2018 (con un sovracampionamento di “forti partigiani in questo periodo) e 459-688 nel 2020. Ai partecipanti è stato chiesto di installare un’estensione del browser personalizzata che registrasse tre serie di dati: gli URL presentati agli utenti nelle pagine dei risultati della Ricerca Google, le interazioni con gli URL su tali pagine e interazioni con URL online più ampie oltre i risultati della Ricerca Google in questi due periodi di tempo. Questo set di dati include oltre 328.000 pagine di risultati di ricerca di Google e quasi 46 milioni di URL provenienti da una navigazione Internet più ampia. La partigianeria delle fonti è stata valutata sulla base di modelli di condivisione più ampi tra le basi politiche e rispetto alle inclinazioni politiche dichiarate dai partecipanti.
Per entrambe le fasi di studio, è stato riscontrato che i partecipanti interagiscono con più contenuti di falsi o inaffidabili rispetto a quelli a cui erano esposti nei risultati della Ricerca Google. Ciò suggerisce che l’algoritmo di ricerca di Google non stava portando gli utenti a contenuti che affermano le loro convinzioni esistenti. Piuttosto, gli autori suggeriscono che la formazione di queste “camere dell’eco” potrebbe essere guidata dalla scelta dell’utente, piuttosto che dall’intervento algoritmico. È stato inoltre riscontrato che le notizie inaffidabili erano meno prevalenti negli URL derivati dalle Ricerche Google, rispetto sia agli URL seguiti dalla Ricerca Google sia al coinvolgimento più ampio, con la maggiore discrepanza tra gli utenti fortemente di destra.
Articolo Nature: Users choose to engage with more partisan news than they are exposed to on Google Search. Gli utenti scelgono di interagire con più notizie di parte rispetto a quelle a cui sono esposti su Ricerca Google. DOI 10.1038/s41586-023-06078-5.
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