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Astronomia: trovata in Italia la più antica mappa celeste su pietra

L’analisi rivela antiche rappresentazioni astronomiche in una fortezza collinare del nord-est Italia.

Recenti scoperte archeologiche nella fortezza collinare protoistorica di Rupinpiccolo, nel nord-est dell’Italia, hanno portato alla luce una pietra con segni di scalpello che potrebbero rappresentare configurazioni stellari. Sarebbe la più antica mappa celeste ritrovata, più antica mappa del Disco di Nebra, scoperto in Germania nel 1999. Realizzato in bronzo, si stima che il Disco di Nebra risalga all’Età del Bronzo, circa tra il 1600 e il 1560 a.C. . Presenta una rappresentazione del cielo notturno. Sul Disco di Nebra sono raffigurati il Sole, la Luna, alcune stelle e, presumibilmente, le Pleiadi. La notevole precisione astronomica del Disco di Nebra e la sua antichità lo rendono un artefatto di grande interesse per gli studiosi di storia dell’astronomia e archeologia. La sua scoperta ha fornito importanti informazioni sulla conoscenza astronomica e sulle pratiche religiose delle culture europee preistoriche.

Il nuovo studio: il disco di pietra ritrovato del Castelliere di Rupinpiccolo

La fortezza collinare di Rupinpiccolo, datata tra il 1800 e il 400 a.C., presenta mura difensive massicce e due ingressi principali. Due dischi di pietra ritrovati presso l’ingresso sud-est del castelliere hanno destato particolare interesse. Il primo disco, interpretato come una rappresentazione del Sole, è liscio e privo di segni di scalpello. Il secondo, che si ritiene rappresenti il cielo notturno, presenta diversi segni distinti prodotti dall’uomo.

Lo studio è stato pubblicato Questo studio esamina se i 29 segni sulla pietra corrispondano a famosi asterismi stellari, come suggerito dagli autori nel loro articolo del 2022 pubblicato su Astronomical Notes.

Analisi dei segni di scalpello

L’analisi si concentra sul secondo disco, che presenta 24 segni di scalpello sulla superficie frontale e 5 sul retro. I segni mostrano dimensioni relativamente costanti, con un diametro compreso tra 5 e 10 mm. L’orientamento e la distribuzione di questi segni suggeriscono un’intenzionalità nella loro creazione.

Corrispondenze astronomiche

Dopo un’attenta valutazione, si è riscontrato che nove segni corrispondono alla Coda dello Scorpione e cinque alla Cintura di Orione, insieme a Rigel e Betelgeuse. Altri nove segni sembrano rappresentare le Pleiadi. Sul retro, cinque segni potrebbero riprodurre la costellazione di Cassiopea. Un segno, leggermente a nord di Orione, rimane non identificato.

Implicazioni e significato

La corrispondenza tra i segni e le posizioni stellari presenta un coefficiente di correlazione di Pearson superiore a 0.99, con una probabilità di correlazione errata inferiore allo 0.001. Questa notevole accuratezza suggerisce che gli antichi abitanti del castelliere avessero una conoscenza avanzata delle stelle e utilizzassero tali conoscenze a scopi rituali o pratici. L’ipotesi che il segno non identificato possa essere stato il progenitore di una supernova fallita apre nuove possibilità di ricerca e verifica.

Questo studio offre una nuova prospettiva sulla comprensione astronomica delle culture protoistoriche e sottolinea l’importanza di ulteriori ricerche nel campo dell’archeoastronomia. La scoperta di questi dischi di pietra e la loro possibile interpretazione come rappresentazioni del cielo notturno offrono uno sguardo sulla connessione tra gli antichi popoli e il cosmo.

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