Per capire come scienza e fede non siano in antitesi, ma possano convivere, anzi complementarsi non solo nella speculazione filosofica o nella realtà culturale, ma anche in uno stesso uomo, tanto scienziato quanto credente, basterebbe cercare e leggere brevi note biografiche di molti dei più grandi e conosciuti studiosi della storia; lo mostrano lo storico Francesco Agnoli (che sull’argomento aveva già pubblicato Scienziati, dunque credenti, Spallanzani e Mendel: alle origini di biologia e genetica) e il medico Andrea Bartelloni, in un recente libro dal titolo Scienziati in tonaca. Da Copernico, padre dell’eliocentrismo, a Lamaître, padre del Big Bang, pubblicato il 31 ottobre del 2013 da Lindau.
Tra sorprese forse inaspettate per il lettore comune, e lo svelamento di falsi miti, i due autori ci raccontano di personaggi come Galileo Galilei, a cui si può attribuire il metodo scientifico di osservazione, il primo utilizzo a fini astronomici del telescopio, oltre che il perfezionamento dello stesso, e alcune delle più importanti scoperte astronomiche, e che nonostante il forte contrasto con la Chiesa per le sue posizioni a favore delle teorie di Copernico, non rinnegò la propria fede; il britannico Isaac Newton, il quale fu fisico, astronomo, matematico, ma anche teologo e filosofo, oltre che Presidente della Royal Society, la più prestigiosa istituzione scientifica del suo tempo; il già citato Gregor Mendel, frate agostiniano, ma anche matematico e biologo, e che con i suoi studi sui caratteri ereditari in ambiti botanici diede origine già nel diciannovesimo secolo alla scienza della genetica come oggi la conosciamo; oppure i due fisici Alessandro Volta (che aveva studiato anche filosofia), e Luigi Galvani (che fu anche fisiologo), uomini di grande scienza e di grande religiosità: entrambi nel diciottesimo secolo diedero fondamentali contributi al progresso scientifico e tecnologico con i loro studi sull’elettricità.
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Quando scienza e fede coincidono in uno stesso uomo
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