Vi sono molte false credenze sul nostro cervello e sul suo funzionamento, spesso frutto di dicerie, di ricerche annunciate ma poi mai confermate, di correnti di pseudoscienza; ad esempio che utilizziamo solo il dieci per cento del suo potenziale, oppure che strutturalmente sia diviso in due emisferi distinti per funzioni, o che per questa ragione sia possibile tagliarlo in due parti senza provare poco più di un semplice mal di testa; accanto a falsi miti, se non vere e proprie leggende metropolitane, restano poi questioni irrisolte che spesso si pongono i non addetti ai lavori, come il perché riusciamo a ricordare i volti di persone incontrate, dimenticandone i nomi, oppure del perché i cani possano ricordarsi dopo molto tempo dove hanno sotterrato un osso, mentre i loro padroni si dimenticano dove abbiano messo le chiavi dell’auto pochi minuti prima.
Una risposta a queste e, soprattutto, ad altre più fondamentali questioni sul nostro cervello, prova a darla lo psicologo e neuroscienziato Michael C. Corballis nel suo ultimo libro A Very Short Tour of the Mind: 21 Short Walks Around the Human Brain. Professore del dipartimento di psicologia dell’Università di Auckland – Nuova Zelanda, Corballis spiega così al lettore ciò che in questi ultimi cinquanta anni è stato possibile comprendere, e ciò che resta ancora oscuro, del cervello umano, inferiore per rapidità a super computer recenti, e inferiore per dimensioni a quello di una balena, ma capace di una intelligenza, comprensione e creatività ancora oggi ineguagliabile.
Il libro è un viaggio intellettuale, composto appunto dai ventuno brevi percorsi indicati nel titolo, per conoscerlo e capirne il funzionamento attraverso la psicologia, la biologia, le neuroscienze, la teoria cognitiva, e la teoria dell’evoluzione.
Fonte: Metanexus
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.