Il gravissimo evento di ieri, che ha coinvolto 51 tra bambini e insegnanti su un bus di Autoguidovie, non è stato solo un probabile attentato, e certo non un gesto dimostrativo di protesta.
È stato probabilmente – la probabilità dovrebbe in questi prossimi giorni cedere il passo alla certezza – il primo attentato perpetrato sul suolo italiano. Un attentato di una gravità inaudita, che avrebbe visto morire in modo atroce decine di bambini, insegnanti e altri cittadini nell’area dell’aeroporto di Linate. Una strage terribile, evitata solo da quello che il procuratore di Milano Francesco Greco ha giustamente definito un miracolo compiuto dai Carabinieri.
Il probabile attentatore non si è fermato spontaneamente per dare atto ad una presunta propria protesta. Ha speronato un’auto dei Carabinieri, intervenuta dopo che uno dei bambini era riuscito fortunosamente ad avvisare di ciò che stava succedendo. E si è fermato solo dopo essersi scontrato con altri mezzi e con il guardrail, finendo la propria corsa. Non ha fatto scendere i bambini – la maggior parte dei quali aveva legato e fatto legare con fascette da elettricista – e solo dopo ha incendiato l’autobus per protesta.
Li ha tenuti invece sotto la minaccia delle armi: pistola e coltello. E quando ha visto che non riusciva a proseguire oltre, e che i Carabinieri avevano forzato le porte, rotto i finestrini, e stavano facendo evacuare bimbi e adulti, ha preso due o più bambini rimasti nel bus, minacciandoli, e ha appiccato il fuoco. E precedentemente aveva sparso benzina su pavimento, sedili, e a quanto pare anche sulle cappelliere soprastanti.
Questi sono solo una parte degli elementi che hanno indotto la Procura ad indagare e far arrestare l’autista per strage – nemmeno la poco meno grave “tentata strage” – sequestro di persona, con l’aggravante del terrorismo, e altri reati. Una vicenda che deve essere considerata realisticamente per ciò che è stata. E che deve far riflettere sui rischi di terrorismo che realmente sta correndo il nostro paese. E sulla necessità, giustamente affermata dal Ministro degli Interni Matteo Salvini, di verificare attentamente nelle mani di chi affidiamo ogni giorno le vite dei cittadini, in particolare dei bambini.
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