Si è parlato della visione sulla medicina del filosofo Michel de Montaigne e di altri pensatori, suoi predecessori o contemporanei, giovedì 26 e venerdì 27 novembre 2015, in un convegno promosso a Roma dall’Accademia Nazionale dei Lincei, e dal Centro Linceo Interdisciplinare Beniamino Segre. I relatori hanno anche affrontato l’influsso sul pensiero moderno, e le connessioni, allora come ai nostri giorni, tra medicina e questioni filosofiche, etiche, culturali, sociologiche.
L’incontro di studi, con il titolo Ils cognoissent bien Galien, mais nullement le malade. Montaigne e l’esperienza del corpo tra medicina e filosofia, è stato realizzato con la collaborazione anche del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Milano e della Fondazione Primoli, e con il contributo di Aeroporti di Roma.
La prima sessione, preceduta dal discorso di saluto di Tito Orlandi, direttore del Centro Linceo, è stata coordinata da Nicola Panichi, docente dell’università di Urbino, mentre la seconda, il giorno successivo, è stata presieduta da Massimo Colesanti, presidente della Fondazione Primoli.
Tra gli interventi, Carlo Montaleone, dell’università di Milano, ha parlato sul tema Essere un corpo; Andrea Carlino, Université de Genève, ha invece tenuto una relazione su I medici di Cosimo, i medici di Montaigne: dissidenza medica e potere alla fine del cinquecento; Renzo Ragghianti, della Scuola Normale Superiore di Pisa, ha invece tenuto un intervento sul tema De incertitude et vanitate scientiarum: corpo umano e corpo sociale, una terapeutica; Elio Nenci, dell’università di Milano, ha invece presentato Riflessioni rinascimentali sulla familiarità delle malattie: Montaigne e Cardano a confronto.
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