Nel 1986 il biofisico e chimico americano Walter Gilbert, Premio Nobel per la Chimica nel 1980, avanzò la “ipotesi del mondo ad RNA”. Riprendendo una idea del biologo molecolare Carl Woese, Gilbert teorizzava che la vita sul nostro pianeta abbia avuto origine da molecole di RNA, l’acido ribonucleico, formatesi da elementi chimici base, presenti nella Terra primordiale. Una ipotesi che nel 2009 aveva ricevuto una prima parziale conferma da un esperimento realizzato da alcuni biochimici dell’Universita’ di Cambridge, in Gran Bretagna, e pubblicato su Nature.
Ma una nuova ulteriore conferma è arrivata in queste settimane sulla rivista Science, grazie ad uno studio di ricercatori della Ludwig Maximilian University di Monaco di Baviera: guidati da Thomas Carell, gli studiosi hanno verificato sperimentalmente in laboratorio come l’RNA possa formarsi spontaneamente, partendo da semplici elementi chimici che erano presenti sul nostro pianeta nelle sue prime fasi di sviluppo.
Come basi chimiche per la formazione dell’RNA i ricercatori hanno utilizzato anche le amminopirimidine, composti chimici di cui la missione Rosetta dell’ESA – Agenzia Spaziale Europea, ha trovato precursori anche sulla cometa 67P Churyumov Gerasimenko. Rilanciando così anche l’ipotesi che la vita possa essere arrivata sulla Terra grazie ad impatti di comete o altri corpi celesti. Lo stesso Carell ha spiegato che “ora abbiamo una via che ci indica come utilizzare semplici molecole che probabilmente erano presenti sulla Terra primordiale”.
Con i suoi collaboratori, Carell non vuole però fermarsi qui: i prossimi esperimenti saranno infatti finalizzati a realizzare un filamento completo di RNA: questo per Carell metterebbe a tacere le critiche che alcuni scienziati hanno avanzato sia al suo ultimo lavoro, sia più globalmente alla “ipotesi del mondo a RNA” di Gilbert.
Immagine: Cometa 67P Churyumov Gerasimenko. Cortesia ESA – Rosetta – MPS for Osiris
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