Il teologo e filosofo tedesco Robert Spaemann, professore emerito di filosofia alla Ludwig-Maximilians-Universitat di Monaco, Germania, è morto lunedì 10 dicembre 2018 a Stoccarda. Spaemann – vogliamo qui ricordarlo come persona e per le sue idee filosofiche su Dio, certo non per le sue recenti critiche a Papa Francesco – teorizzava che sia inevitabile pensare a Dio e confrontarsi con la divinità. Anzi, abbiamo bisogno di pensare Dio anche per pensare la realtà. Che senza Dio non avrebbe senso. Come non avremmo senso noi esseri umani.
Nel 2013 aveva pubblicato con Low Reinhard il libro Naturliche Ziele – Fini naturali. Storia e riscoperta del pensiero teleologico. Opera curata curata e tradotta in italiano da Leonardo Allodi. In un articolo su L’Osservatore Romano Spaemann scriveva: “il libro Fini naturali stabilisce un ponte con l’altro mio libro, Grenzen, dedicato interamente alla dimensione etica del mio lavoro. Fini naturali intende mostrare come i processi vitali possano essere intesi soltanto come processi orientati; processi nei quali si realizza un essere-da-verso, ossia una sorta di impulso, che non si lascia ridurre a processi causali”.
Nato a Berlino il 5 maggio del 1927, Robert Spaemann aveva studiato filosofia, storia e teologia nelle università di Münster e Monaco in Germania, e a Friburgo in Svizzera. Aveva poi insegnato alle università di Heidelberg e Stoccarda. Ha tenuto lezioni anche alla Sorbona di Parigi. Tra le sue opere più recenti possiamo citare Cos’è il naturale? Natura, persona, agire morale, pubblicato da Rosenberg e Sellier, 2012. Essere persone, Editrice La Scuola, 2013. Dio e il mondo. Un’autobiografia in forma di dialogo, Cantagalli, 2014. Immagine di Jorg Noller – published images, CC BY-SA 2.0, fonte Wikipedia.
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