Che l’homo sapiens non sia giunto al completamento del proprio progressivo sviluppo evolutivo, è una idea abbastanza diffusa, che negli ultimi anni ha trovato un numero crescente di teorizzatori e sostenitori, anche se non tutti gli scienziati al momento concordano con tali ipotesi: sono di poche settimane fa le affermazioni del professor Simon Laughlin, neurobiologo all’Università di Cambridge, per il quale il cervello umano sarebbe al proprio limite di sviluppo, e non potrebbe evolversi ulteriormente.
Ma una ulteriore prova della continua evoluzione degli essere umani deriverebbe da uno studio del prof. Denis Reale dell’Università del Quebec, Montreal, pubblicato recentemente su Proceedings of National Academy of Sciences – PNAS, e che mostrerebbe, oltre ad un graduale anticipo nell’età media delle donne alla prima gravidanza, anche significative modificazioni genetiche individuate nelle persone coinvolte nella ricerca.
Reale avrebbe quindi constatato un “cambiamento progressivo dell’età della prima gravidanza” scoprendo anche che ciò costituirebbe “un carattere ereditario e che la pressione della selezione naturale” favorirebbe “le donne che davano alla luce il primo figlio quando erano molto giovani”.
Link Il Secolo XIX
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