Lo studio è firmato da Paolo Di Lazzaro, con il contributo di ricercatori di Enea, Inrim e Cnr
Pubblicato sulla prestigiosa rivista specialistica Applied Optics della Optical Society of America, costituisce anche una risposta agli esperimenti Cicap di Matteo Borrini e Luigi Garlaschelli. Esperimenti che come noto volevano dimostrare la falsità della Sindone, contestando la non autenticità delle macchie di sangue presenti sul Telo. La Sindone quindi, per i ricercatori del Cicap, sarebbe solamente un’opera pittorica, che imiterebbe il lenzuolo che avrebbe avvolto il corpo di un uomo flagellato, crocifisso e colpito come il Gesù dei Vangeli.
Lo studio di Borrini e Garlaschelli, che non ha certamente portato a risultati definitivi, è stato fortemente criticato, e accusato di poca scientificità. Ad esempio dallo stesso di Lazzaro, direttore di ricerca Enea e vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia, e dal Medico Forense e Antropologo Forense Alfonso Sánchez Hermosilla. Un riepilogo con link agli articoli sul nuovo “caso” Sindone è disponibile qui in questo articolo dopo il testo.
Come accennavamo, in questi giorni a portare nuovi elementi a favore dell’autenticità del Sacro Telo è arrivato il nuovo studio firmato da Paolo Di Lazzaro. Insieme a lui l’hanno firmato altri ricercatori di Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile; Inrim – Istituto nazionale di ricerca metrologica e Cnr – Centro Nazionale della Ricerche. Lo studio è stato pubblicato su Applied Optics con il titolo Investigating the color of the blood stains on archaeological cloths: the case of the Shroud of Turin. Indagando il colore delle macchie di sangue sui tessuti archeologici: il caso della Sindone di Torino.
Le obiezioni degli scettici sul colore delle macchie di sangue sulla Sindone
Lo studio risponde ad una delle obiezioni sull’autenticità della Sindone: il sangue, quando si rapprende, con il tempo dal colore rosso passa ad un marrone intenso, diventando quasi nero. Le macchie di sangue sul Sacro Telo invece non si sono scurite: sarebbero quindi non credibili, e false. Da cui l’ipotesi di una pittura. A tale obiezioni risponde lo stesso Di Lazzaro. Le macchie non sono diventate scure “Perché il colore del sangue si altera se colpito da raggi ultravioletti, compatibili con la luce del sole. Sempre a patto che si abbia a che fare con del sangue malato, appartenente per esempio a una persona affetta da ittero, oppure sottoposta a grave stress, come violenze e percosse…”
“In questo articolo – si legge nell’abstract – testiamo la validità di due ipotesi, vale a dire la presenza di carbossiemoglobina e l’influenza a lungo termine della luce ultravioletta sul sangue di alta bilirubina, tramite due analisi ottiche non invasive e non a contatto: la misura della riflettanza spettrale delle macchie di sangue sulla Sindone e l’analisi del colore di macchie di sangue con elevato tasso di bilirubina dopo 4 anni dall’irraggiamento con raggi ultravioletti di diversa intensità e spettro. L’analisi della riflettanza spettrale ha anche permesso di stabilire che nel sangue sindonico è presente la metaemoglobina, un prodotto di degradazione di emoglobina fortemente ossidata e invecchiata, a conferma che si tratta di sangue antico”.
Questi i references dell’articolo, disponibile anche su Academia.edu. A. Di Lascio, P. Di Lazzaro, P. Iacomussi, M. Missori, D. Murra: “Investigating the color of the blood stains on archaeological cloths: the case of the Shroud of Turin” Applied Optics volume 57, pp. 6626-6631 – 2018. Optical Society of America. https://www.osapublishing.org/ao/abstract.cfm?uri=ao-57-23-6626.
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