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Papa Francesco: superare la religiosità abitudinaria e scontata

Papa Francesco

Papa Francesco

Alla vigilia della partenza per il suo viaggio apostolico in Cile e Perù, nell’Angelus in piazza San Pietro oggi il Santo Padre è tornato a parlare di come i cristiani devono vivere in modo più autentico la propria fede. Superando quella che il Pontefice definisce “una religiosità abitudinaria e scontata”, basata appunto sulle abitudini e sulla “frequenza dei sacramenti”, più che sul vivere la propria fede giorno dopo giorno. Oggi, domenica 16 gennaio 2018, ricorre la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. E Papa Francesco ha parlato nuovamente anche della necessità di accogliere e proteggere coloro che fuggono dalle guerre o dalle carestie e dai disastri climatici.

Partendo dal brano del Vangelo di oggi – Gv 1,35 – 42 – il Santo Padre ha spiegato che come Giovanni il Battista indica Gesù “ai suoi discepoli come «l’Agnello di Dio» – v. 36 – , invitandoli così a seguire Lui”,  allo stesso modo noi credenti “siamo ora chiamati a seguire nella vita quotidiana” Gesù, “che abbiamo contemplato nel mistero del Natale”. In un cammino di fede, “itinerario dei discepoli di tutti i tempi” che è anche un cammino di “ricerca di felicità, ricerca di amore, di vita buona e piena”. Ricerca simboleggiata nel Vangelo da Gesù stesso, quando si “rivolge ai due che, spinti dal Battista, si mettono a seguirlo” e gli chiede: «Che cosa cercate?» – v. 38 – . O quando, “al mattino di Pasqua, il Risorto rivolgerà a Maria Maddalena: «Donna, chi cerchi?» – Gv 20, 15 – .

“In questa ricerca – sottolinea il Pontefice – è fondamentale il ruolo di un vero testimone, di una persona che per prima ha fatto il cammino e ha incontrato il Signore. Nel Vangelo, Giovanni il Battista è questo testimone. Per questo può orientare i discepoli verso Gesù, che li coinvolge in una nuova esperienza dicendo: «Venite e vedrete» – v. 39 – . E quei due non potranno più dimenticare la bellezza di quell’incontro, al punto che l’evangelista ne annota persino l’ora: «Erano circa le quattro del pomeriggio».

Perché “soltanto un incontro personale con Gesù genera un cammino di fede e di discepolato”. E anche se le nostre vite sono intense, e la nostra fede si arricchisce del “fare tante esperienze, realizzare molte cose, stabilire rapporti con tante persone, solo attraverso ma solo l’appuntamento con Gesù, in quell’ora che Dio conosce, può dare senso pieno alla nostra vita e rendere fecondi i nostri progetti e le nostre iniziative”. Non possiamo quindi limitarci a pregare Dio, e crearci di lui una immagine “basata sul sentito dire”.

Dobbiamo cercarlo, “andare alla ricerca del Maestro divino e andare dove Lui abita”. Perché “la vita di fede consiste nel desiderio di stare con il Signore”. Siamo quindi “chiamati a superare una religiosità abitudinaria e scontata”, e a rendere ogni giorno vivo “l’incontro con Gesù nella preghiera, nella meditazione della Parola di Dio e nella frequenza ai Sacramenti, per stare con Lui e portare frutto grazie a Lui, al suo aiuto, alla sua grazia”. Ecco quindi cosa rende veramente cristiani, ammonisce Papa Francesco, ripetendo due volte il concetto. “Cercare Gesù, incontrare Gesù, seguire Gesù: questo è il cammino”.

Il Santo Padre ha invocato il sostegno della Vergine Maria “in questo proposito di seguire Gesù, di andare e stare dove Lui abita, per ascoltare la sua Parola di vita, per aderire a Lui che toglie il peccato del mondo, per ritrovare in Lui speranza e slancio spirituale”. Dopo l’Angelus, il Pontefice ha anche ricordato la ricorrenza della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: “Questa mattina – ha raccontato –  ho celebrato la Messa con un buon gruppo di migranti e rifugiati residenti nella diocesi di Roma”.

Spiegando che nel proprio messaggio per questa Giornata internazionale ha “sottolineato che le migrazioni sono oggi un segno dei tempi”. Perché, come ci spiega il Vangelo stesso «Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca – Mt 25, 35 – 43. Papa Francesco ha voluto anche riaffermare che la risposta alle migrazioni sono “quattro verbi fondati sui principi della dottrina della Chiesa”, che devono guidarci: «accogliere, proteggere, promuovere e integrare».

Il Santo Padre ha anche annunciato che per ragioni pastorali, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato verrà celebrata durante la seconda domenica di settembre. Per tale ragione, la prossima giornata, che sarà la centocinquesima, verrà celebrata domenica 8 settembre 2019. Papa Francesco ha anche chiesto ai fedeli di pregare per lui e per suo viaggio apostolico in Cile e Perù – dove purtroppo proprio oggi nel sud ovest c’è stato un terremoto di magnitudo 7.1 – che lo vedrà partire domani mattina alle 8.30 con un Boeing 777  dell’Alitalia dall’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino.

Link Angelus, sito Vaticano

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